Una settimana fa Anicav annunciava il mancato accordo sul prezzo del pomodoro per la campagna di raccolta 2022 con il bacino Centro Sud, denunciando una richiesta di incrementi ingiustificata da parte degli agricoltori, anche a fronte dell’accordo raggiunto con il bacino Nord. A qualche giorno di distanza, la posizione dell’Associazione non cambia.
Anicav, infatti, sostiene che nonostante la disponibilità dell’industria a riconoscere un incremento del prezzo di riferimento (120 €/ton per il pomodoro tondo e 130€/ton per il lungo, con un incremento di 15 euro rispetto al 2021) superiore a quello del Nord (108,50 €/ton), la richiesta della parte agricola del Sud Italia (140€/ton per il pomodoro tondo e 150€/ton per il lungo) risulta davvero ingiustificata, se si prendono in considerazione i ricavi per ettaro, quindi la resa media e il prezzo di riferimento, gli unici dati certi e oggettivi sui quali effettuare il confronto.
Tanto più se si considera che già con la proposta “industriale” il bacino Centro Sud potrebbe contare su 2.741,98 € in più per ettaro rispetto al Settentrione.
Secondo Anicav, inoltre, la richiesta è davvero arbitraria, perché i rincari nei costi di produzione non hanno un impatto diverso al Centro Sud rispetto al Nord.
PREZZO: SI AUSPICA UNA RIPRESA DELLE TRATTATIVE
Secondo il Presidente Anicav, Marco Serafini “i costi per ettaro dichiarati in questi giorni dalla parte agricola evidenziano un’esagerata differenza rispetto a quelli del bacino Nord, che infatti ha chiuso con un prezzo di 108,50 euro. Non si può pensare di compensare tali inefficienze scaricandole sulla parte industriale e, quindi, sul consumatore finale già gravato dai forti aumenti conseguenti la guerra. Si rischia seriamente di minacciare il comparto del pomodoro da industria nel bacino Centro Sud, con importanti ripercussioni sull’economia e sull’occupazione del territorio. Auspichiamo nel senso di responsabilità di chi è chiamato a rappresentare il mondo agricolo per una ripresa delle trattative nell’interesse dell’intera filiera”.
A fronte delle richieste avanzate dalla parte agricola, Giovanni De Angelis, Direttore Generale Anicav, sostiene che “sarà fondamentale mettere a punto uno studio sui costi di produzione in agricoltura, anche eventualmente con il coinvolgimento del Mipaaf, al fine di poter avere dati oggettivi su cui basare la contrattazione già a partire dalla prossima campagna di trasformazione”.