Il prosciutto di Parma chiude in positivo il 2011: l’affettato è cresciuto del 10,6%, mentre le esportazioni hanno registrato un +4% per un giro di affari complessivo di 1,5 miliardi di euro.
Poco più di 9 milioni invece i prosciutti marchiati di cui 6.753.819 assorbiti dal mercato italiano, mentre la restante parte (25,6%) è andata ai mercati esteri che rappresentano ormai una parte considerevole per il business del comparto. La leggera flessione rispetto al 2010 è dovuta principalmente all’eccesso di offerta di prodotto sul mercato. Il principale obiettivo dell’anno dichiarato dal consorzio di tutela è stato infatti quello di aumentare il prezzo del prosciutto di Parma da produttore a distributore per il recupero della marginalità delle aziende del comparto; questo è avvenuto anche grazie allo sviluppo di un intenso programma promozionale.
“I risultati testimoniano la solidità del nostro brand in grado di consolidare i mercati tradizionali e di conquistarne di nuovi nonostante la perdita di competitività dei prezzi – ha dichiarato Paolo Tanara, presidente del Consorzio. La nostra forza sta nella possibilità di poter contare su una domanda ormai consolidata e su una differenziazione di mercati e di canali distributivi ben strutturata che rappresentano una base sicura sulla quale costruire il nostro sviluppo. Se guardiamo all’andamento dei mercati, accanto alle ottime performance di quelli tradizionali, l’area che ha realizzato la crescita più convincente nel corso del decennio è quella costituita da tutte quelle realtà minori sulle quali il comparto sta implementando delle azioni strategiche di differenziazione e su cui il Consorzio sta prestando particolare attenzione”.
Andando nel dettaglio, se il 2010 era stato l’anno degli Usa, nel 2011 l’Australia si propone come il nuovo mercato in assoluto più interessante dell’ultimo triennio arrivando a superare i 50mila pezzi (+80%). Bene anche l’Asia, grazie alla forte ripresa del Giappone (+15,7%); note positive anche dal Centro e Sud America (+33,8%). Per quanto riguarda i mercati più tradizionali, quelli che rappresentano una realtà ormai consolidata per il prosciutto di Parma, Francia, sostanzialmente stabile, Germania, con quasi un +5%, e Gran Bretagna (+1,5%) si confermano i principali mercati per l’esportazioni di prosciutto di Parma con circa 400mila pezzi ciascuno; seguiti dal BeNeLux (+8%) con 200mila prosciutti all’attivo. Interessante l’andamento dei Paesi del Nord Europa come Danimarca e Finlandia. Dal punto di vista della distribuzione geografica il mercato comunitario mantiene una quota preponderante (65%), ma l’area extra-europea è in continua crescita e si fa notare per la sua dinamicità.
Lo sviluppo dei mercati internazionali è indubbiamente determinato dall’affermazione del prodotto affettato che vale oggi il 42% di tutte le esportazioni di prosciutto di Parma ed è in forte ascesa, mentre il prodotto intero resta sostanzialmente stabile e prevale nell’area extra europea. Sono quasi 67 milioni le confezioni vendute nel 2011 dalle aziende del Consorzio che registrano un incremento complessivo del 10,6% rispetto all’anno precedente. Il Parma in vaschetta conferma così le brillanti performance degli ultimi anni andando a consolidare un trend di crescita particolarmente favorevole sia in Italia con circa 402mila prosciutti (+3,5%), sia all’estero con un aumento del 9,3% (976mila) nella vendita di prosciutti con la Corona.
“Per il futuro – ha concluso Tanara – punteremo ad ampliare i nostri mercati di sbocco concentrandoci sui Paesi extra-europei, e l’Indonesia è soltanto l’ultimo traguardo, ma continueremo a consolidare il mercato italiano e quelli tradizionali europei con attività rivolte direttamente al consumatore e iniziative in collaborazione con le catene di supermercati”.
Un anno positivo per il Parma
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