Sono CGBI-Confederazione dei bieticoltori e Coprob-Italia Zuccheri i firmatari dell’ambizioso progetto che renderà lo zucchero “cibo circolare”, proveniente dalla prima filiera interamente agro-energetica. Il piano prevede la costruzione, nei prossimi tre anni,di 10 impianti per la produzione di biometano agricolo, ottenuto esclusivamente da sottoprodotti della barbabietola da zucchero e della sua lavorazione (come polpe, foglie e colletti), oltre che da effluenti zootecnici conferiti da allevamenti vicini e colture dedicate da biomassa.
Per la realizzazione, le due realtà stimano investimenti pari a 70 milioni di euro e una capacità produttiva annua di 20 milioni di metri cubi di biometano. “Il biometano prodotto coprirà circa la metà dei consumi di metano fossile dell’industria saccarifera italiana, all’interno dei due zuccherifici di Minerbio e Pontelongo, pari a oltre 40 milioni di metri cubi all’anno, contribuendo così a ridurre le emissioni di CO2”, dichiarano Gabriele Lanfredi, Presidente CGBI e Claudio Gallerani, Presidente Coprob-Italia Zuccheri.
I primi impianti ad entrare in funzione saranno proprio quelli localizzati a Minerbio (Bo), Pontelongo (Pd) e Finale Emilia (Mo), di proprietà di Coprob-Italia Zuccheri e già operativi nella produzione di biogas.
VERSO LA GREEN ECONOMY
“È un progetto di ampio respiro che proietta ulteriormente la filiera bieticolo-saccarifera verso la green economy e l’economia circolare, in linea con i provvedimenti del PNRR, creando al tempo stesso valore economico, sociale e ambientale, al fine di rendere sempre più sostenibile la produzione di zucchero, rilanciare la redditività e consolidare pratiche colturali avanzate, imprimere una svolta nella lotta ai gas serra e diminuire la dipendenza dalle importazioni di energia”, proseguono Lanfredi e Gallerani.
Con il nuovo piano agro-energetico CGBI e Coprob-Italia Zuccheri tracciano così un nuovo percorso, in grado di condurre il comparto verso la transizione ecologica, trovando per altro un’alternativa contro il caro-fertilizzanti, attraverso l’utilizzo del digestato, fertilizzante naturale ad alto valore organico.