Anche il settore ortofrutticolo nazionale lamenta un vertiginoso aumento dei costi di produzione, innescato dal crescente prezzo dell’energia. E chiede aiuto alle istituzioni per fronteggiare la situazione. “Il 2022 si preannunciava per il settore agricolo un anno di buone speranze, nonostante il 2021 si fosse chiuso con un incremento dei costi produttivi del +6%” – afferma Gennaro Velardo (nella foto), Presidente Italia Ortofrutta – Unione Nazionale. “C’era la fiducia dell’effettiva ripartenza post pandemica, e la consapevolezza del trend di crescita del valore del settore ortofrutticolo italiano nel 2020: +5,8% rispetto al 2019, primo in Europa (fonte: Euler Hermes 2021 – Allianz).
Ma l’ultimo report Ismea sui costi correnti di produzione dell’agricoltura“è spietato: i costi agricoli sono lievitati del +18,4%, e sulla filiera delle colture vegetali, dove pesano sopratutto i salari, i prodotti energetici, i fertilizzanti e le sementi, l’aggravio nel primo trimestre 2022 è del +20,4% (fonte: Ismea, report 6 giugno 2022)”. Oltretutto, l’indice di inflazione del momento “parla chiaro: la capacità di acquisto dei consumatori si affievolisce sempre più, rendendo lo scenario socio-economico generale critico e pieno di sfiducia. Nonostante la buona volontà, le difficoltà di vivere il presente e di guardare al futuro, nell’ambito del settore ortofrutticolo, è concreta. La sostenibilità economica delle aziende produttive è ormai oltre la soglia di allarme”.
Sempre secondo Velardo, “gli investimenti strategici sul settoreortofrutticolo sono indispensabili. Insistere con maggiore forza su digitalizzazione e ricerca, sull’applicazione di nuove forme di produzione energetica, sulle attività di promozione e valorizzazione, sull’accelerazione delle politiche di internazionalizzazione, utilizzare al meglio le opportunità del PNRR, renderebbe sicuramente il mercato ortofrutticolo più solido nell’affrontare un futuro più che mai incerto. Per fare ciò, è necessario contare sul supporto istituzionale concreto e convinto in termini di progettazione del corretto sistema strategico di sostegni e incentivi per fronteggiare l’aumento dei costi. Il comparto è la chiave strategica per trainare l’intero settore agricolo nel mercato internazionale.
LE PROPOSTE DI CONFAGRICOLTURA TOSCANA
Di aumento dei costi energetici fuori controllo parla anche il Presidente del settore ortofrutticolo di Confagricoltura Toscana, Antonio Tonioni. “Serve fare qualcosa subito – sottolinea Tonioni – non aspettare le elezioni perché, in questa condizione, le aziende a fine settembre non ci arrivano. Il prezzo medio della componente energia pagato nel 2021 era nove centesimi di euro per Kilowatt/ora. A giugno siamo saliti a 32-33 centesimi; poi c’è stata un’ulteriore impennata e siamo andati a 70 centesimi. Cifre folli”.
In pratica, si parla di un rincaro della componente energia del +800%, con bollette di fatto triplicate. Dal punto di vista aziendale, Tonioni sottolinea come l’aspetto più difficile sia “la conservazione. I prodotti vengono raccolti in questi giorni tra i 25 e 28 gradi. Per essere conservato deve essere portato tra 0 e 1,5 gradi, mediante l’utilizzo di impianti frigoriferi industriali che però assorbono tanto. Con questi aumenti non è possibile andare avanti”. Secondo Tonioni “serve sganciare il prezzo dell’energia dalla quotazione del gas. E poi, con questi rincari anche l’importo dell’Iva aumenta a dismisura”.