“L’obiettivo in questa fase è resistere”. Esordisce così Riccardo Felicetti, qui nella veste di Amministratore delegato del Pastificio Felicetti. “La crescita dei costi per l’energia – che sta raggiungendo l’apice, con punte che sfiorano il +400% – rientra in un quadro di aumenti generalizzati che negli ultimi 12 mesi ha coinvolto materie prime e servizi. Solo per dare qualche numero dal nostro osservatorio: da un anno a questa parte il prezzo della semola di grano duro ha registrato un +90%, gli ovoprodotti il +50%, per non parlare dei trasporti via terra e via mare, che sono cresciuti rispettivamente del 30% e del 300 per cento. Incrementi che il mercato ha potuto assorbire solo in parte, costringendoci a dar fondo a tutte le nostre riserve per restare in attività. Si tratta però di una produzione a reddittività zero, che presto ci metterà nella posizione di rivedere i nostri listini, finché la tempesta non si sarà placata”.
ENERGIA: +312% NEL BIMESTRE LUGLIO/AGOSTO
In che misura sono aumentati i costi di queste voci tra luglio-agosto 2022 e luglio-agosto 2021? “A parità di kWh consumati, il prezzo medio dell’energia nel bimestre luglio-agosto 2022 è cresciuto del 312% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Se prendiamo in considerazione la spesa complessiva per l’energia – che nel nostro caso è rappresentata per la maggior parte dai costi per il gas, dal momento che produciamo elettricità grazie ai nostri sistemi di cogenerazione – da gennaio abbiamo già superato i quattro milioni di euro di bolletta, contro un milione del 2021. Ci stiamo muovendo per la ricerca di fonti alternative, orientandoci verso la collaborazione con società della zona” – spiega l’Ad del pastificio trentino.
POLITICHE DI AMPIO RESPIRO
Secondo Felicetti, in una situazione estrema come quella che stiamo vivendo, sarebbe prezioso un intervento in termini di chiarezza nel dare informazioni da fonte autorevole a tutti gli attori della filiera e ai consumatori. “Inoltre, credo che non siano più procrastinabili una maggiore determinazione nell’attuare politiche di ampio respiro in materia di energia e agevolazioni di natura fiscale alle imprese, per consentirci di mantenere competitività sui mercati domestici e internazionali facendo fronte a una voce di spesa – quella per l’approvvigionamento energetico – che per imprese come la nostra è ormai seconda solo a quelle per il personale o per la materia prima. Del resto i mercati – in particolare quelli globali – non possono accettare revisioni di listino ogni due mesi, soprattutto se consideriamo che nei paesi extra-europei i produttori non risentono delle nostre stesse dinamiche di costo, e possono dunque opporre una concorrenza più aggressiva di quanto non sia mai stata”.