Tetra Pak ha pubblicato il suo report di sostenibilità annuale, evidenziando i risultati raggiunti e i progressi fatti durante il 2021 e dettagliando le azioni messe in atto per realizzare sistemi alimentari resilienti e sostenibili. Le sfide della sostenibilità evidenziano la necessità di un nuovo approccio radicale al modo in cui viene nutrito il mondo, minimizzando al contempo l’impatto sul pianeta: dal modo in cui ci si procura, produce e processa il cibo al suo trasporto, i materiali che si utilizzano per confezionarlo, fino al ruolo fondamentale della collaborazione per far sì che ciò accada.
“La sostenibilità non è in agenda, è l’agenda stessa. Dobbiamo passare dalle parole ai fatti massimizzando il nostro impatto positivo sulla natura e sulla società, continuando a considerare la sostenibilità un business driver e un criterio decisionale strategico – sottolinea Paolo Maggi (nella foto), Presidente Tetra Pak Italia –. La nostra ambizione è quella di guidare la trasformazione sostenibile del nostro settore, e le nostre iniziative al riguardo sono state molteplici durante gli ultimi 12 mesi. Periodo durante il quale abbiamo lavorato con i nostri clienti e partner per supportare anche i loro sforzi. Il prezzo da pagare per l’inazione di oggi – in termini di sostenibilità – sarà un mondo irriconoscibile domani. Dovremo quindi avere la mentalità giusta, capace di guardare sia alla crescita sia alla sostenibilità”.
I RISULTATI RAGGIUNTI
Il 23esimo report di sostenibilità di Tetra Pak evidenzia i traguardi centrati dall’azienda a livello globale, e le iniziative correnti volte a proteggere il cibo, le persone e il pianeta. Tra queste:
- Riduzione delle emissioni di gas serra del 36%, 80% dell’energia proveniente da fonti rinnovabili grazie al raddoppio della capacità di energia solare a 5,55MW;
- Lancio di un pionieristico progetto di riforestazione in Brasile, in collaborazione con la Ong locale Apremavi, all’inizio del 2022. L’obiettivo è riforestare fino a 7.000 ettari di terra entro il 2030 per ripristinare la biodiversità, catturare anidride carbonica e mitigare i cambiamenti climatici;
- 17,6 miliardi di confezioni plant-based e 10,8 miliardi di tappi plant-based venduti, corrispondenti a 96.000 tonnellate di CO2 non emesse rispetto all’utilizzo di polimeri da fonti fossili;
- 40 milioni di euro investiti per migliorare la raccolta e il riciclo di 50 miliardi di cartoni per bevande, contribuendo così all’economia circolare;
- 61 milioni di bambini in 41 paesi hanno ricevuto latte o altre bevande nutrienti in confezioni Tetra Pak attraverso programmi di alimentazione nelle scuole;
- Completata con successo la market validation di una barriera di polimeri per sostituire lo strato di alluminio nei cartoni asettici. Sono iniziati i test su una nuova barriera a base di fibre – una novità assoluta per le confezioni alimentari in cartone distribuite a temperatura ambiente;
- Avviate collaborazioni con numerose aziende innovative per trasformare potenziali scarti alimentari in fonti di cibo nutrienti, oltre a sviluppare applicazioni di alimenti proteici alternative. Insieme a una potenziale carbon footprint ridotta, le proteine alternative offrono la possibilità di ridurre in maniera significativa il consumo idrico e di suolo rispetto alle fonti tradizionali;
- Tetra Pak si è impegnata a dimezzare lo spreco di cibo, il consumo idrico e la carbon footprint delle sue linee di trasformazione entro il 2030.
PARTNERSHIP PER L’ECONOMIA CIRCOLARE
In Italia, grazie all’impegno di Comieco, con cui Tetra Pak collabora per la promozione della raccolta e del riciclo dei cartoni per bevande, nel 2021 è stato riciclato circa il 36% di questa tipologia di confezioni. Attraverso la collaborazione con Lucart, oltre 7,6 miliardi di cartoni per bevande sono stati recuperati nel periodo 2013-2021.
“Siamo consapevoli del lungo cammino che ci aspetta e del cambio di passo di cui ha bisogno il nostro settore. Impegno collettivo, spinta all’innovazione, nuovi modelli operativi e partnership non convenzionali saranno necessarie per accelerare l’attuale velocità del cambiamento verso un futuro realmente più sostenibile“, conclude Maggi.