Dopo le novità di prodotto presentate quest’anno, tra cui i biscotti Scacchieri, le Tartelle Cuor di Mela e le Tigelle, Mulino Bianco ha deciso di rinnovare il logo. Il nuovo simbolo è caratterizzato da una ricchezza di elementi, che messi assieme puntano a raccontare i valori della marca. Un mulino, una valle incontaminata, una ghirlanda ricca di fiori e di spighe di grano, e un festone con la scritta “Mulino Bianco”. Ognuno di questi elementi è stato rinnovato nei colori e nelle forme, nel rispetto della storia e dei valori della marca. Ai fiori, inoltre, si aggiunge un’ape, simbolo dell’impegno della marca sui temi della sostenibilità.
“Il logo Mulino Bianco è ricco di elementi, ognuno dei quali contribuisce a raccontare il DNA più profondo di questa marca” – racconta la Responsabile marketing Julia Schwoerer. “Questi elementi raccontano esattamente i valori in cui crede la marca. E se vediamo l’evoluzione del logo, ci rendiamo conto che gli elementi non cambiano ma evolvono. Su tutti, evolve il rapporto che abbiamo con la natura. Se alle origini della marca era intesa come un elemento da contemplare, ricco di frutti da cogliere, oggi il rapporto è diverso. Oggi, quando pensiamo alla natura pensiamo alla necessità di salvaguardarla, di proteggerla e di prendercene cura, per lasciare alle prossime generazioni un mondo migliore di quello che abbiamo trovato. Gli elementi che compongono il logo quindi non cambiano, così come non cambia la visione della marca. Quello che cambia è il modo in cui immaginiamo e rappresentiamo questi elementi”.
Il logo Mulino Bianco, disegnato nel 1975 da Giò Rossi con la collaborazione di Cesare Trolli, è frutto della combinazione di tre componenti: le spighe e i fiori esprimono la naturalità, la figura del mulino evoca la tradizione, il nome Mulino Bianco sintetizza i primi due elementi nei concetti di genuinità e salute. Con oltre 130 referenze oggi Mulino Bianco è leader nel mercato nei prodotti da forno.
Come impegno verso un’agricoltura sostenibile, nel 2019 Mulino Bianco ha lanciato La Carta del Mulino, progetto in collaborazione con WWF Italia, Università di Bologna, Università della Tuscia e OpenFields, che racchiude in un documento dieci regole per la coltivazione sostenibile del grano tenero a cui gli agricoltori, aderenti al disciplinare, sono chiamati ad attenersi. Tra gli obiettivi contenuti nel documento c’è l’impegno a destinare ogni anno il 3% dei campi utilizzati per la coltivazione di grano tenero – pari a circa 2.500 campi di calcio – ai fiori da impollinazione, in modo da salvaguardare la biodiversità. Vere e proprie oasi d’interesse ecologico, queste aree non sono trattate con prodotti chimici, hanno una fioritura progressiva e prolungata e sono, quindi, fondamentali per la proliferazione delle api e di altri insetti che hanno un ruolo determinante nell’equilibrio dell’ecosistema.