Innovazione, ricerca, legame col territorio e orientamento green sono le direttrici di sviluppo di Vallefiorita. L’azienda di Ostuni (Br), ha saputo differenziare il proprio portafoglio prodotti e i canali distributivi, andando a soddisfare le esigenze del retail in Italia e all’estero, con prodotti in linea con i più recenti trend di consumo. Una strategia vincente che sta consentendo a questa realtà di continuare a crescere in un contesto che definire difficile è un eufemismo, tra rincari energetici e costi delle materie prime schizzati alle stelle. A commentare la situazione è Francesco Galizia, Export manager Vallefiorita.
Che impatto stanno avendo sulla vostra azienda i costi lievitati di energia e materie prime?
Gli aumenti del prezzo del grano sono ormai noti e sono dell’ordine dell’80% in più rispetto all’anno scorso. Se si parla di cartone e di film plastici per gli imballaggi si va da incrementi del 100% fino al 300%. Non c’è un ingrediente o un materiale che non sia aumentato il cui prezzo non sia aumentato esponenzialmente nell’ultimo anno. Ma il tasto più dolente riguarda luce e gas. La nostra azienda ha visto aumentare l’importo in bolletta del 500% ad agosto 2022, per un ammontare di circa 40mila euro, contro i circa 8000 di agosto 2021. A settembre l’importo era invece di circa 70000 euro, quindi il 1000% in più rispetto all’anno scorso. Ci troviamo, pertanto, nella difficile situazione di dover concordare con la distribuzione, nazionale e internazionale, l’ennesima revisione dei listini per adeguare i prezzi.
Nonostante questa difficile situazione la crescita della vostra azienda non si è fermata…
Fortunatamente, nei primi otto mesi dell’anno, il nostro fatturato è aumentato di circa il 15% rispetto allo stesso periodo del 2021. Un trend molto positivo, sebbene inferiore alle nostre aspettative iniziali. Non nascondo, tuttavia, la nostra preoccupazione per il prossimo anno: se l’andamento dei prezzi non dovesse arrestarsi o invertire la rotta, sicuramente ci dovremo aspettare risultati meno brillanti. Senza contare il fatto che ci sono aziende dalle spalle meno forti delle nostre che già stanno disponendo il fermo impianti perché non riescono a far fronte a questa situazione.
In un contesto così drammatico quali sono stati i fattori che hanno guidato la vostra crescita quest’anno?
A giocare a nostro favore c’è sicuramente la natura del nostro prodotto, che possiamo definire da dispensa. Parliamo di panificati a media e lunga scadenza, pronti all’uso, di cui i consumatori tendono a fare incetta nei momenti di crisi. Un altro punto di forza della nostra offerta è la sua connotazione fortemente regionale, una caratteristica molto attenzionata nell’ultimo periodo. Non da ultimo, va citato il grande lavoro della nostra ricerca e sviluppo, che sta sfornando costantemente nuovi prodotti che incontrano la domanda del mercato, orientata in questo momento soprattutto a prodotti wellness.
La linea InSalute, che avete recentemente lanciato, va proprio in questa direzione…
Si tratta di una nuova gamma, che attualmente comprende un pane a fette proteico e una base pizza proteica e che abbiamo intenzione di ampliare con nuove referenze. La particolarità di questi prodotti è la provenienza dei grani impiegati nella loro produzione: sono infatti coltivati nell’Agro di Ostuni, in appezzamenti di nostra proprietà, nell’ambito del progetto Terra Natia. In questo modo garantiamo non solo la piena tracciabilità della filiera, ma lavoriamo anche in ottica di risparmio energetico e di chilometro zero. Elementi che stanno sostenendo le nostre vendite all’estero dove il made in Italy è un plus molto richiesto, così come il clean label, altro tema su cui il reparto r&d è molto impegnato.
La vostra ricerca e sviluppo è impegnata anche in progetti pionieristici nell’ambito dell’economia circolare?
Certo: siamo convinti che ridurre gli sprechi sia una preziosissima risorsa in un momento come quello in cui stiamo vivendo, ma anche un vademecum per il futuro. Il progetto New Snack (la produzione di snack dolci e salati a partire dagli scarti della filiera brassicola, ndr) è un esempio del lavoro che stiamo svolgendo e che presto saremo in grado di presentare.
La vostra azienda, d’altra parte ha una forte impronta green…
Il nostro stabilimento attuale è dotato di un impianto fotovoltaico che produce energia rinnovabile, oltre a consentirci di mitigare l’impatto dei rincari. Un altro impianto sarà installato nel nuovo stabilimento, che è in fase di completamento. Da marzo, quindi, avremo nuova capacità produttiva, da dedicare anche alle nostre nuove linee di prodotto.
La vostra crescita si deve anche alla capacità di presidiare canali diversi, per esempio il discount?
Certamente. Siamo presenti nel canale discount sia in Italia che all’estero e stiamo riscontrando una crescita degli ordini nell’ultimo periodo. Nonostante anche in questa tipologia di superficie si stia procedendo a un adeguamento dei prezzi, il canale resta competitivo in termini di prezzi ed è in grado di attrarre consumatori. Un altro ambito in crescita è quello dei prodotti a marchio del distributore. Anche qui siamo in grado di soddisfare le esigenze della Gdo nazionale e internazionale e riscontriamo una crescita importante, non solo all’estero, ma anche in Italia, dove la quota della Mdd è storicamente più bassa, ma si sta avvicinando a quella dei mercati stranieri.