Il 2011 è stato l’anno dei record per le quotazioni all’origine (+18% con un prezzo medio di 10,76 euro/kg), per l’export (oltre un milione di forme, pari al 32% della produzione vendibile) e per i ritiri attuati dalla società I4S controllata dal Consorzio (188mila forme destinate all’estero sulla base di nuovi programmi concordati con gli esportatori). Eppure per il parmigiano-reggiano si vanno già creando le condizioni che rischiano di generare un altro record: l’innesco di una nuova crisi, l’ennesima del consueto ciclo storico che a due anni di buone quotazioni ne fa corrispondere quattro di prezzi in calo. Eloquente, in tal senso, è l’aumento produttivo del 7,1%, che non accenna a flettere neppure nei primi mesi del 2012, per arrivare all’ingresso sul mercato italiano di 16 nuovi formaggi duri non dop.
Perciò Giuseppe Alai, presidente del Consorzio del parmigiano-reggiano, ha voluto richiamare all’assemblea dei consorziati l’attenzione su una situazione al limite della precrisi, così come sulle azioni che possono scongiurare un nuovo periodo di buio. Prima fra tutte – sottolinea il comunicato stampa del Consorzio – un governo della produzione che – dopo l’approvazione dei piani produttivi e dei meccanismi applicativi – richiede ora una coerenza decisiva e concreta da parte dei produttori, che altrimenti rischiano di generare solo più offerta in assenza di crescita del mercato. Crescita ordinata, dunque, rientrando nel +1,3% annuo stabilito dai piani e, in caso di superamento del tetto stabilito, l’applicazione senza tentennamenti di un prelievo consortile aggiuntivo destinato alla ricerca di nuovi mercati sui quali orientare le eccedenze.
A tale proposito va segnalata anche l’azione approvata dall’assemblea, che autorizza il Consorzio, attraverso la società I4S, al ritiro di un 6% della produzione per orientarla in modo esclusivo a fini istituzionali, all’export e su mercati che oggi segnano una scarsa presenza del prodotto. Nonché, insieme ai nuovi investimenti sui canali extradomestici (horeca, vending) e su prodotti innovativi (barrette, formaggini, sottilette, snack) il lancio deciso della nuova Borsa comprensoriale del parmigiano-reggiano.
“Si è perso sin troppo tempo – ha sostenuto Alai – seguendo discussioni inutili e viziate da interessi lontani da quelli dei produttori, che hanno bisogno di uno strumento locale e non di fare riferimento alla piazza di Milano, laddove il peso degli operatori del settore è del tutto ininfluente”. Con una proposta secca: l’assegnazione del mandato al consiglio del Consorzio di creare una Borsa comprensoriale con i rappresentanti di tutti gli operatori della filiera del parmigiano-reggiano, definendone le modalità operative per poi assegnarla, come localizzazione, a quella che gli stessi enti camerali individueranno, “evitando – ha detto Alai – ulteriori indugi e sterili dibattiti che, sino ad oggi, hanno prodotto l’unico risultato di congelare un’iniziativa chiaramente rivolta all’interesse dei produttori”. Nei programmi del Consorzio ci sono ancora nuovi investimenti – da parte di un ente di tutela sempre più legato nelle azioni a dinamiche di mercato – per proseguire quel trend di crescita sull’estero che, in cinque anni, ha portato a un 50% di incremento delle esportazioni.
Parmigiano-reggiano, si punta alla Borsa comprensoriale
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