Una banca dati dei geni di tutte le varietà coltivate di grano duro. È questo uno dei progetti più importanti emersi nel corso del quarta edizione del congresso internazionale “From Seed to Pasta”. Una ricerca innovativa, che ha come presupposto il sequenziamento a tappeto dei geni di tutti i tipi di grano. Il progetto è frutto di un accordo fra Università di Bologna, Crea e Università di Saskatchewan in Canada.
I risultati di questa ricerca consentiranno di fornire agli agricoltori varietà più resistenti a parassiti e avversità climatiche. Allo stesso tempo, creeranno le fondamenta scientifiche per l’aggiornamento della normativa europea sulle cosiddette new breeding techinques. L’idea di fondo è quella di sequenziare tutti i geni delle più importanti varietà di grano duro esistenti al mondo per creare un sorta di banca dati. Su questa base i decisori europei potranno iniziare a ragionare in modo concreto su come intervenire nell’aggiornamento delle leggi che regolano la materia.
FROM SEED TO PASTA
“Per innovare la filiera del grano duro e della pasta servono innovazione e tecnologia, altrimenti si rischia di vanificare gli obiettivi europei sulla riduzione della chimica in agricoltura”. A sottolinearlo è stato l’europarlamentare Paolo De Castro inaugurando la quarta edizione di From Seed to Pasta. Quest’anno l’evento ha assunto un’importanza ancora maggiore considerando l’impatto devastante del cambiamento climatico, la difficile congiuntura globale che sta mettendo in crisi questa filiera facendone esplodere i costi e, non da ultimo, il dibattito europeo in corso sulla riduzione di fitofarmaci e fertilizzanti chimici in agricoltura. “Per poter ridurre l’uso della chimica in agricoltura – ha detto De Castro – abbiamo bisogno di più investimenti in scienza e innovazione. Conferenze come questa possono aiutarci a fornire alternative concrete ai nostri agricoltori”.
LO SCENARIO GLOBALE
Il progetto di una banca dati del grano duro è strategico per il futuro del settore. Il grano è infatti la principale coltura al mondo. Fornisce il 20% delle calorie e delle proteine alle popolazioni dei paesi sviluppati, e ancor più a quelle dei paesi in via di sviluppo. È la coltura più commercializzata al mondo, e le rese produttive sono aumentate, dagli anni Sessanta ad oggi, da 1 a 3,5 tonnellate per ettaro. Il problema è che, con i ritmi attuali, la domanda è destinata ad aumentare del 60% da qui al 2050 mentre, per contro, le rese sono in stagnazione. Inoltre il frumento è particolarmente sensibile al cambiamento climatico: ogni grado di aumento della temperatura causa una perdita di resa delle colture cerealicole del -7%. Per questo è indispensabile sviluppare prodotti da varietà resilienti agli estremi climatici e, allo stesso tempo, aumentare le rese. E una banca dati completa della genomica del grano duro è un primo passo fondamentale in questa direzione.