Cogliere le nuove sfide della politica europea sui temi della sostenibilità, coinvolgendo le imprese. E, intanto, diffondere la cultura ambientale anche attraverso le pratiche dell’economia circolare. Si pone in questa direzione il Progetto per la transizione ecologica, avviato quest’anno dal Consorzio del Prosciutto di Parma, in collaborazione con Politecnico di Milano ed Enersem. A partire dal calcolo certificato dell’impronta ambientale del comparto, il piano affronta diverse aree tematiche allo scopo di cogliere le opportunità nell’ambito della certificazione dello sviluppo sostenibile. Per esempio con l’efficienza energetica, elemento chiave per i prosciuttifici a cui verranno proposte misure funzionali al miglioramento delle performance ambientali in stabilimento. Ma anche con il packaging, sia per la sua materialità sia come presidio della qualità del prodotto, identificando soluzioni in grado di favorire la riduzione dello spreco alimentare da parte del consumatore.
UN APPROCCIO PIONERISTICO
“Dal 1963, nostro anno di costituzione – racconta Alessandro Utini, Presidente del Consorzio del Prosciutto di Parma – abbiamo fatto molta strada in termini di valorizzazione e promozione. Ma oggi la sfida più complessa è quella di portare avanti un modello di gestione e di fare business capace di coniugare la sostenibilità ambientale, sociale ed economica rispettando le norme di autenticità del prodotto. Con questo progetto vogliamo stimolare le nostre aziende al miglioramento continuo delle loro prestazioni ambientali e rendere il Prosciutto di Parma competitivo sui mercati internazionali anche su questi temi. Promuovendo modelli di produzione e consumo sostenibili, ci poniamo ambiziosamente come apripista anche per le altre Dop del settore, per contribuire ad attuare le indicazioni della strategia Farm to Fork definita dalla Commissione Europea. Siamo consapevoli che il percorso sia lungo e impegnativo, ma abbiamo individuato in Politecnico di Milano ed Enersem dei partner affidabili e altamente qualificati”.
GLI STEP DEL PROGETTO
La prima fase del progetto riguarda il calcolo dell’impronta ambientale del comparto attraverso l’applicazione della metodologia PEF – Product Environmental Footprint. Un numero statisticamente significativo di prosciuttifici è coinvolto nella raccolta dei dati necessari alla quantificazione dell’impronta ambientale, in base ai quali saranno individuate le soluzioni più efficaci per migliorarne le performance ambientali.
La fase di lavoro successiva prevede l’attivazione dello schema Made Green in Italy, dedicato all’impronta ambientale di prodotto e promosso dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. Si tratta di una certificazione nazionale che nasce per riconoscere, su proposta volontaria delle stesse aziende, i prodotti made in Italy di alta qualità ambientale.
L’ultima fase, invece, si concentra sulla creazione di un software per il calcolo e la riduzione dell’impronta ambientale, che consenta l’adozione di soluzioni e tecniche per ottimizzare le prestazioni dell’intero ciclo produttivo. Il software sarà accessibile ai produttori che, dopo aver inserito dati e informazioni specifiche della propria realtà, riceveranno come risultato: una relazione sulle proprie prestazioni ambientali e il confronto con dati di benchmark di realtà comparabili. Inoltre, saranno fornite indicazioni di miglioramento personalizzate per la riduzione dell’impronta ambientale di prodotto e per il risparmio energetico.