Un appello all’industria alimentare per fermare gli aumenti di listino in vista del 2023. È quello apparso ieri in una pagina pubblicitaria acquistata su tutti i quotidiani nazionali dalle insegne della Grande distribuzione organizzata, a partire dalle organizzazioni di categoria Adm e Federdistribuzione, che chiedono alle industrie del Largo consumo di avviare un confronto all’insegna della “responsabilità per le famiglie, per le imprese, per il Paese”.
La pagina-appello ricorda come l’inflazione dei beni di largo consumo abbia raggiunto a novembre il 12,8%, “un dato che non si rilevava dagli anni Ottanta”. E “sarebbe stato più alto se le imprese della Distribuzione moderna in Italia non avessero assorbito una parte degli aumenti, rinunciando ad una quota del proprio margine economico”, si legge ancora nell’appello. In base ai calcoli delle insegne della Gdo, gli aumenti dei listini lordi di acquisto ricevuti nel 2022 dalle industrie del Largo consumo “sono stati mediamente superiori al 20%”. Un esempio concreto arriva da Giorgio Santambrogio, Ceo di Gruppo VéGé e Vice presidente Federdistribuzione: “Per tutto il 2022, abbiamo accettato gli aumenti di listino (oltre 1.240) proposti dai partner dell’industria e, per non mettere in crisi milioni di famiglie, ne abbiamo scaricato a valle solo una parte. Ora abbiamo già richieste di oltre 342 aumenti di listino per il 2023”.
Da qui la richiesta da parte di Gdo e Dm di “un forte segnale di responsabilità. Oggi non siamo più in grado di assorbire ulteriori incrementi dei costi, dovendo far fronte anche ai consistenti rincari dell’energia”. Un segnale positivo sembra arrivare dai mercati internazionali che “in queste settimane indicano un rallentamento delle quotazioni di molte materie prime industriali”. Il che porrebbe le condizioni per “limitare ulteriori aumenti ed evitare di deprimere i consumi”. La richiesta alle imprese dell’industria del Largo consumo è quindi quella di dare la “disponibilità ad avviare un confronto per frenare gli aumenti di listino, anche se già programmati, almeno per i primi mesi del 2023”.