In un’ottica di lotta allo spreco alimentare, Pasta Berruto ha trovato il modo di riutilizzare gli “sfridi”, residui di lavorazione della pasta e, con la collaborazione di Biova Project, ha dato vita alla prima birra al mondo “fatta con la pasta”.
Secondo la Fao ogni anno si perde o si spreca un terzo di tutto il cibo prodotto sul pianeta, per un totale di 900 miliardi di euro. Da questa consapevolezza nasce Biova Pasta, la prima birra fatta dal surplus di pasta, un progetto di economia circolare e lotta contro lo spreco alimentare.
BIOVA PROJECT: COME FUNZIONA
Biova Project, la cui missione è creare prodotti in grado di ridurre lo spreco alimentare, ha ampliato la propria gamma puntando su una nuova ricetta di birra fatta proprio con le rotture della pasta (gli sfridi, appunto). Dopo alcuni mesi di test, prove e verifiche si è potuto dimostrare che con 200 kg di sfridi si ottengono 2.500 litri di ottima birra artigianale.
Matteo Berruto, Cto del pastificio piemontese, spiega come funziona il processo produttivo per la gestione di rotture e residui: “Durante i cambi di formato possono generarsi degli sfridi, che possono prendere due strade. Normalmente vanno alla rimacina e quindi rientrano nel nostro ciclo produttivo. In questo caso abbiamo deciso di conferire questi sfridi secchi a Biova Project per farli diventare qualcosa di altrettanto buono”.
Franco Dipietro, Ceo Biova Project, commenta così: “Un progetto di economia circolare e di lotta allo spreco alimentare, ma anche una grande celebrazione della creatività gastronomica italiana”.