Anche quest’anno, come di consueto, gli agricoltori e l’industria di trasformazione del pomodoro del bacino Nord Italia si sono ritrovati per definire l’Accordo Quadro per la gestione dalla prossima campagna di trasformazione del pomodoro. La trattativa, però, non ha portato ancora a un accordo, nonostante la disponibilità da parte dell’industria ad accettare le richieste delle OP di rivedere alcuni parametri tecnici.
Il lavoro per la definizione dell’Accordo Quadro si è “bloccato” sulla definizione del prezzo medio del pomodoro. Anche se la parte industriale si è dimostrata disponibile a venire incontro alle richieste economiche del mondo agricolo con una proposta di aumento di circa il 20% rispetto al prezzo medio della campagna 2022, l’incremento non è stato considerato sufficiente dagli agricoltori.
LA POSIZIONE DELL’INDUSTRIA
Sul mancato accordo si sono espressi la coordinatrice del Comitato territoriale del Bacino Nord di Anicav e il Presidente di Anicav.
“L’aumento da noi proposto con grande senso di responsabilità, che porta a un incremento del prezzo medio di riferimento, nel biennio, di circa il 40% – dichiara Bruna Saviotti, coordinatrice del Comitato territoriale del Bacino Nord di Anicav – non ha precedenti nella storia della contrattazione del pomodoro da industria nel nostro bacino e va ampiamente a coprire l’incremento dei costi subiti dalla parte agricola nel corso della scorsa campagna, costi che stanno già facendo rilevare significative riduzioni, e tiene conto della contingente situazione inflattiva e finanziaria, senza tralasciare la necessità di incentivare la coltivazione del pomodoro da industria”.
“Auspichiamo – dichiara Marco Serafini, Presidente Anivav – che le OP possano rivedere le proprie posizioni, comprendendo le nostre ragioni, nell’interesse della filiera, soprattutto in un momento così complicato, avendo ben presente che affinché il sistema funzioni tutte le componenti devono trarre un beneficio equilibrato”.