Esportazioni in crescita del + 25,1% per l’Olio Toscano Igp, ma insieme al boom di vendite arriva anche quello delle tentate frodi, con ben 137 casi di riferimenti illeciti negli ultimi due anni sulle piattaforme e-commerce. Con 41 milioni di euro di prodotto esportato all’estero (+8 milioni di euro nel 2022 rispetto al 2021) secondo l’ultimo rapporto Qualivita-Ismea l’Olio Toscano Igp è il primo olio di qualità italiano, il più famoso e apprezzato. Anche per questo è uno dei prodotti dell’agroalimentare made in Italy oggetto di numerosi tentativi di contraffazione ed inserzioni fraudolente.
IL TREND DI CRESCITA
A confermare il trend positivo e in crescita è stato il Presidente del Consorzio dell’Olio Toscano Igp, Fabrizio Filippi, in occasione dell’appuntamento promosso con Coldiretti Toscana e Unaprol nell’ambito di Taste, il salone del gusto organizzato da Pitti Immagine a Firenze. Con 8.000 operatori tra produttori e trasformatori, su 23.160 totali a livello nazionale e sette milioni di piante iscritte, il Consorzio di Tutela dell’Olio Toscano Igp è la più importante realtà olivicola consortile.
“L’interesse per l’olio toscano è in crescita. Siamo arrivati a esportare il 60% di prodotto certificato Igp, più del 40% negli Stati Uniti. Per il consumatore straniero è più difficile difendersi dalle contraffazioni perché in alcuni paesi non ci sono accordi bilaterali, regolamenti o controlli. Per alzare il livello di protezione dai tentativi di contraffazione negli Stati Uniti, dopo un lungo percorso legale siamo riusciti a registrare anche il processo di certificazione”, ha annunciato Filippi. “Questo ci consentirà di avere maggiore capacità di difesa nei confronti di chiunque utilizzi impropriamente il brand Toscano Igp dal punto di vista figurativo e/o evocativo. L’italian sounding è un grande danno per le imprese, anche se paradossalmente certifica la grande voglia di Toscana nel mondo”.
CULTURA, IL PRIMO PASSO VERSO LA TUTELA
L’altro elemento utile alla tutela dei consumatori e delle imprese che producono prodotti di qualità è quello culturale. L’Evooschool di Unaprol ha proprio questo obiettivo: “Siamo impegnati a denunciare il falso made in Italy sensibilizzando l’opinione pubblica e coloro che devono scrivere le regole. L’altro aspetto fondamentale è lavorare sulla riconoscibilità del prodotto”, ha sottolineato Nicola Di Noia, Dg Unaprol.
“Con la nostra Evooschool spieghiamo la differenza tra un olio buono ed un olio cattivo: se il consumatore capisce la differenza, per quanto vestito di italianità, l’olio non sarà più acquistato con lo stesso slancio. Dobbiamo essere onesti nei confronti del mercato perché creiamo di fatto in Italia il mercato internazionale. Dobbiamo vigilare affinché anche le nostre regole vengano applicate. Quelle comunitarie sono deboli. Prima di affrontare il mercato internazionale dobbiamo lavorare sul fronte interno ed essere i primi a dare l’esempio. Quando arrivano i turisti in Italia dobbiamo fare in modo che abbiamo un’esperienza reale dei nostri prodotti”, ha concluso Di Noia.