Come per il Bacino Nord, anche al Sud agricoltori e industria di trasformazione non hanno trovato ancora l’intesa sul prezzo del pomodoro per la prossima campagna. La parte industriale, nonostante diversi costi di produzione stiano già registrando delle riduzioni, si è resa disponibile a riconoscere un ulteriore incremento di prezzo rispetto a quello del 2022, proponendo 140 euro/t per il pomodoro tondo e 145 euro/t per il pomodoro lungo.
LE PROPOSTE SUL TAVOLO
L’incontro, che ha portato comunque a un confronto costruttivo, aveva come tema quello di garantire maggiore competitività a una filiera strategicamente ed economicamente importante per il Mezzogiorno. Proprio per questo, Anicav chiede il rispetto del contratto e un prezzo medio adeguato agli effettivi rincari per salvaguardare la filiera. “Con grande senso di responsabilità – dichiara Marco Serafini, Presidente Anicav – abbiamo proposto un prezzo medio di riferimento che tiene conto degli effettivi rincari dei costi di produzione e che, nel biennio, porta a un incremento di circa il 35 per cento. Qualsiasi altra proposta di aumento, nella situazione economica che stiamo vivendo, non sarebbe sostenibile dalle nostre industrie che si vedrebbero costrette a ribaltare i maggiori costi sul consumatore finale”.