Mare Aperto Jealsa è certificata Zero Waste Management e avvia il progetto Refish

La certificazione garantisce che l'organizzazione dispone di un “sistema di monitoraggio e controllo” dei rifiuti generati, volto a garantirne l'effettivo recupero
Mare Aperto Jealsa è certificata Zero Waste Management e avvia il progetto Refish

Mare Aperto Foods, tramite la casa madre Jealsa, ha ottenuto la certificazione Zero Waste Management, conseguita con il rating “excellent” per la sua azienda Conservas Rianxeira. Bureau Veritas ha infatti verificato tramite audit che l’azienda dispone di un efficace sistema di monitoraggio e controllo dei rifiuti generati durante il ciclo produttivo e riesce a garantire un effettivo recupero (del 97%) evitando il conferimento in discarica. Questa certificazione è compatibile con lo standard di gestione ambientale UNE-EN ISO 14001, che l’azienda già segue e che rappresenta un valore aggiunto.

VERSO UNA GESTIONE SEMPRE PIÙ CIRCOLARE

Molte aziende, tra cui Jealsa, si stanno distinguendo sul mercato per il loro modello di economia circolare, e hanno già compiuto concreti passi avanti nell’incorporare i principi della circolarità nel proprio modello di business, puntando sulla gestione organizzata dei rifiuti per contribuire allo sviluppo sostenibile e ottenere benefici ambientali, sociali ed economici a lungo termine. Mare Aperto Foods, fin dalla sua costituzione, è parte integrante di questo modello di economia circolare sempre più rigenerativa, in cui i rifiuti vengono riutilizzati, ripristinati o riciclati per la loro trasformazione in una risorsa utile e di valore.

IL PROGETTO REFISH

Con il progetto Life Refish, appena avviato, Mare Aperto Foods Jealsa punta a creare la prima bio-raffineria per materie prime di pesce e frutti di mare che, attraverso l’implementazione della tecnologia più recente, consenta la valorizzazione delle risorse attualmente sottoutilizzate, al fine di trasformarle in prodotti ad alto valore aggiunto con un notevole potenziale di mercato.

Il progetto ha un secondo obiettivo, non meno importante, che è il contenimento degli sprechi e la possibilità di fornire al settore della pesca un modo per gestire gli scarti della sua attività. La politica comune della pesca richiede infatti lo sbarco di tutto il pescato, che deve essere detratto dalle quote. Questo vale anche per il materiale che non raggiunge la taglia minima per essere commercializzato per il consumo umano, il che viene considerato economicamente impraticabile per i pescatori.

Entrando nel dettaglio, gli obiettivi di Life Refish sono:

  • Determinare la composizione, le condizioni ottimali e i parametri necessari per la pre-manipolazione, il condizionamento e lo stoccaggio dei rifiuti;
  • Dimostrare la fattibilità di una bio-raffineria su scala dimostrativa in grado di valorizzare 300 kg/h di scarti e sottoprodotti;
  • Validare le performance e il valore commerciale degli otto prodotti ad alto valore aggiunto risultanti dal processo di valorizzazione;
  • Fare i passi necessari a preparare la produzione su scala industriale (4 ton/h) e la commercializzazione;
  • Valutare gli impatti ambientali, sociali ed economici;
  • Sensibilizzare il pubblico d’interesse sui problemi ambientali legati agli scarti e sulle politiche ambientali dell’Ue per diminuirli.

Per raggiungere questi obiettivi, il progetto è suddiviso in sette “pacchetti di lavoro” o attività:

  • Gestione e coordinamento;
  • Pre-condizionamento e profilatura della materia prima;
  • Scale-up della bioraffineria e validazione del processo;
  • Validazione dei prodotti ad alto valore aggiunto con clienti selezionati;
  • Valutazione della sostenibilità, come delle possibilità di replica e di sfruttamento dei risultati del progetto;
  • Monitoraggio e valutazione dell’impatto con KPI Reporting;
  • Diffusione e comunicazione.

I risultati e gli impatti attesi dal punto di vista ambientale sono:

  • Efficienza delle risorse;
  • Biodiversità: mantenimento del numero di specie;
  • Biodiversità: tasso ridotto di infezione dei pesci da anisakis;
  • Riduzione delle emissioni di gas serra derivanti dalle operazioni di pesca.

Dal punto di vista economico e sociale:

  • Creazione di entrate extra nelle zone costiere europee;
  • Creazione di nuovi posti di lavoro nelle zone costiere europee;
  • Maggiore consapevolezza tra i pescatori e tra le parti interessate all’industria ittica.
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