L’ultima assemblea generale dei consorziati del Parmigiano Reggiano ha approvato a larga maggioranza (91,5% dei consensi) il bilancio consuntivo 2022, che si è chiuso con dati record per quanto riguarda vendite e prezzi. Il giro d’affari al consumo ha infatti toccato il massimo storico di 2,9 miliardi di euro contro i 2,7 miliardi del 2021 (+6,9%). Al massimo anche il valore generato alla produzione, con 1,8 miliardi di euro contro gli 1,71 miliardi del 2021.
A fronte di uno scenario macroeconomico influenzato dalla pandemia e dalle incognite legate alle incertezze causate dal conflitto in Ucraina quali il caro energia, l’incremento del costo delle materie prime e un’inflazione crescente che ha ridotto il potere d’acquisto delle famiglie, la sfida principale del 2023 è rappresentata dalla commercializzazione del picco di produzione più alto nella storia della Dop: quello del 2021.
LA CRESCITA PROSEGUE
Nei primi quattro mesi del 2023 è stato registrato un aumento del +2% (di cui +4,1% in Italia) nei volumi di vendita rispetto allo stesso periodo del 2022. In lieve calo l’export, che segna un -2% (media tra il +3,8% dei paesi Ue e il -8,5% dei paesi extra Ue): una flessione che riflette un temporaneo rallentamento nei flussi di esportazione, in particolare verso gli Usa, ma con buone prospettive di recupero nella seconda metà del 2023.
Dal 2020 il Consorzio sta lavorando ad un piano articolato di investimenti in comunicazione e sviluppo-domanda in Italia e, soprattutto, sui mercati esteri per garantire condizioni di equilibrio tra domanda e offerta in un biennio in cui vengono immesse sul mercato le quantità di prodotto frutto della rilevante crescita produttiva del 2020 e 2021.
AZIONI DI MERCATO PER IL 2023
È in questo quadro che, di fronte ai confortanti segnali legati all’attuazione delle azioni di sviluppo commerciale 2023, è stata messa a punto la proposta per intervenire con il ritiro di 30.000 forme, in modo da riassorbire l’accumulo “congiunturale” di Parmigiano Reggiano a stagionatura elevata. Tale accumulo, seppur di modesta entità, rischia infatti di compromettere le condizioni di equilibrio di mercato fino alla fine del 2023, quando si dovrebbero toccare con mano i riflessi del calo produttivo tuttora in atto.
“Il 2023 è un anno di grandi sfide per il Parmigiano Reggiano – afferma Nicola Bertinelli, Presidente Consorzio del formaggio Parmigiano Reggiano –. L’assemblea ha approvato a larga maggioranza il bilancio consuntivo 2022, che si è chiuso con dati record per quanto riguarda vendite e prezzi. Il Consorzio sta già guardando al futuro, lavorando con gli operatori e le catene distributive per utilizzare le risorse 2023 ancora disponibili per sostenere i consumi, con un piano articolato di investimenti in comunicazione e sviluppo domanda in Italia e nei mercati esteri. Il Consorzio deve essere al fianco di tutta la filiera per realizzare un grande progetto chiamato Parmigiano Reggiano. Questa incertezza economica va governata insieme, senza farsi prendere dall’emotività, passando dalla logica del singolo caseificio a quella del ‘noi’, per creare nuovi sbocchi di mercato e garantire il futuro della Dop”.