TreValli Cooperlat, terzo gruppo lattiero-caseario italiano, compie 60 anni e nell’anno delle celebrazioni getta le basi per un nuovo modello innovativo di filiera agroalimentare per il territorio, con valenza nazionale. Da sessant’anni, l’azienda con quartier generale a Jesi porta sulle tavole degli italiani prodotti che hanno in comune antiche tradizioni e tecnologie produttive.
“Siamo orgogliosi di questo traguardo e di scrivere ogni giorno la storia di una grande realtà aziendale. TreValli Cooperlat, in sessant’anni, è stata capace di adattarsi all’evoluzione e ai cambiamenti sociali, senza dimenticare i valori di cooperazione, tradizione, innovazione, la valorizzazione del territorio e delle persone e la promessa di genuinità e salubrità a cui aspirava. Una meta importante per ciascuno di noi, a cui siamo arrivati con coraggio, lungimiranza e tanto lavoro”, ha dichiarato il Presidente Piero Cimarelli durante l’incontro organizzato per il ‘compleanno’ di TreValli Cooperlat al quale sono intervenuti, tra gli altri, il Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida, il Presidente Regione Marche, Francesco Acquaroli e il Presidente XIII Commissione Agricoltura alla Camera dei Deputati, Mirco Carloni.
Lollobrigida ha sottolineato: “La qualità è l’elemento cardine della nostra economia. Noi non siamo una nazione di quantità eccezionale, ma siamo una superpotenza della qualità che nel mondo viene riconosciuta tale e con grande riscontro in termini commerciali. Una crescita economica che però potrebbe essere ancora più forte sia grazie all’export sia grazie ad un consumo consapevole dei prodotti. Dall’altra parte c’è l’organizzazione del lavoro, quelle nobili filiere che partono dalla produzione e da una trasformazione attenta, che nelle Marche troviamo non solo come elemento forte, ma anche come capacità di valorizzazione di modelli produttivi che garantiscono equilibrio in un territorio e benessere per gli animali”.
LA STORIA DI TREVALLI COOPERLAT
Era il 1960 quando, spinti dalla passione per l’innovazione e animati dal sogno di una grande azienda agricola condivisa, il conte Giovan Battista Lucangeli, il marchese Giuseppe Trionfi Honorati e Lauro Costa fondarono a Macerata una centrale del latte, la Clamj. L’obiettivo era portare sulle tavole dei marchigiani un prodotto buono, sicuro, di qualità elevata. Quel sogno venne rilanciato a livello nazionale nel 1982, quando un gruppo di cooperatori ebbe l’intuito di creare, attraverso un percorso di aggregazione di piccoli caseifici sociali e numerosi allevatori sparsi nel territorio marchigiano, la Cooperlat. In breve tempo, il nucleo iniziale si è ampliato, prima in Abruzzo e poi su tutto il territorio nazionale, con l’acquisizione di nuove realtà.
L’azienda è partecipata da nove cooperative socie presenti in sei regioni italiane, che rappresentano una filiera in grado di raccogliere oltre 500 milioni di litri di latte. Per la regione Marche, la cooperativa è un punto di riferimento fondamentale per il sistema dell’allevamento: infatti raccoglie oltre l’80% della produzione regionale.
Con più di 500 dipendenti e un fatturato di circa 245 milioni di euro, di cui oltre il 24% dall’export (il 56% del quale in paesi extra Ue), la cooperativa distribuisce i suoi prodotti in Italia e in numerosi mercati esteri: Turchia, Corea del Sud, Francia, Grecia, Germania, Arabia Saudita, Svizzera, ed Egitto. Conta tre stabilimenti produttivi, a Jesi (lavorazione di latte alimentare e prodotti innovativi animali e vegetali quali panne, dessert e besciamelle), Amandola (burrate e mozzarelle Sta) e a Colli del Metauro (paste filate, formaggi vaccini, ovini e Dop quali Casciotta d’Urbino e Formaggio di Fossa). La forza di TreValli Cooperlat è anche quella di poter disporre di una pluralità di marchi, acquisiti nel tempo aggregando caseifici cooperativi proprietari di brand noti, che TreValli ha deciso di mantenere nei rispettivi territori sempre puntando nel mix tradizione e innovazione.
PRODOTTI E PROGETTI
L’azienda porta sul mercato un paniere di prodotti sia a base vegetale, come la linea leader Hoplà, sia a base animale, marchio TreValli.
“Vogliamo ripartire dal sessantesimo – ha continuato Cimarelli – con un progetto integrato di filiera agroalimentare fondato sui valori della cooperazione, per il rilancio di una zootecnia vaccina e ovina da latte, che ci veda di nuovo protagonisti di un percorso di rivitalizzazione dei territori collinari e montani e che funzioni anche da laboratorio per uno sviluppo equilibrato per l’intera dorsale appenninica adriatica, dall’Emilia-Romagna all’Abruzzo. Un progetto di filiera e di territorio. Nel primo caso, l’obiettivo è ambientale e sostenibile, poiché potrà contribuire a promuovere un’economia circolare favorendo la riconversione delle attività produttive verso un nuovo modello di economia. L’obiettivo per le aziende zootecniche è acquisire vantaggi competitivi: riduzione dei costi, utilizzo efficiente dell’energia, riduzione al minimo dei rifiuti, diminuzione di anidride carbonica. Nel secondo caso, ci si propone di sostenere i processi di integrazione multifunzionale delle attività primarie presenti nel territorio, nelle aziende agricole e negli allevamenti. Un modello economico, sociale, sostenibile che ambisce a rendere più efficienti ed ecocompatibili le aziende zootecniche e mantenerle nei territori, per preservare l’occupazione”.
Tanti, a questo proposito, i progetti portati avanti da TreValli Cooperlat per aumentare la biosicurezza, accrescere il benessere animale e migliorare gli aspetti gestionali delle aziende socie. “Per il futuro – ha concluso Cimarelli – continuano il percorso di crescita e l’impegno verso i soci allevatori e verso i consumatori, con prodotti sempre più innovativi e che traggono dalla localizzazione, dal legame con il territorio e dalla ricerca quel valore aggiunto che li caratterizza e fa di TreValli Cooperlat la realizzazione del sogno di una filiera italiana del latte”.