È lo stabilimento Itp – Industria termoplastica pavese, di recente inaugurazione, a ospitare uno dei numerosi incontri promossi da ‘Il Circolo delle Imprese’, associazione che raduna diverse realtà della manifattura italiana. Il focus della serata in rassegna, il nuovo Regolamento Ue sugli imballaggi e rifiuti di imballaggio, come spiega Paola Centonze, Chief Sustainability Officer & Comunicazione Itp.
LE RICADUTE SUL SETTORE FOOD&BEVERAGE
Per garantire le esportazioni agroalimentari del nostro Paese nel mondo è fondamentale l’uso del packaging adeguato. “Garantire la food security di un prodotto è la nostra priorità. Fra i prodotti di punta di Itp, il ‘film-skin’ è fra i più performanti: allunga la shelf life della carne fino a 40 giorni, mantenendone inalterate le qualità organolettiche – spiega Massimo Centonze, Ceo Itp –. Il mondo del packaging plastico è quindi già proiettato a modelli in grado di promuovere la circolarità e la riduzione dei consumi“.
Ma se da un lato l’industria si è resa partecipe di un profondo processo di transizione sostenibile, con il nuovo Regolamento, gli sforzi compiuti potrebbero non essere riconosciuti come sufficienti, mettendo così in ginocchio non solo il comparto del packaging, ma anche i settori che ne dipendono direttamente, come quello dell’ortofrutta o della ristorazione collettiva. Marco Omboni, Consigliere Gruppo Pro Food fa luce sulle possibili conseguenze.
“L’Europa è conosciuta per generare ed esportare eccellenze nel mondo e tutto ciò grazie agli imballaggi. Con il nuovo Regolamento, tutti gli sforzi profusi negli ultimi 15 anni per recepire le varie normative in merito a riciclo e riuso, andrebbero sostanzialmente a dissolversi. Una prospettiva inaccettabile, perché andrebbe a modificare lo stile di vita dei cittadini europei e ad abbassare gli standard di ricerca e sviluppo. Con le modifiche che stiamo presentando alla Commissione, stiamo chiedendo di mantenere alte le ambizioni – spiega l’Eurodeputato Massimiliano Salini, ospite della serata –. Considerando infatti il combinato fra gli articoli più stringenti fra quelli proposti, l’art.3 con le relative definizioni (come il closed loop recycling), gli art. 6 e 7, pilastri della nuova normativa, l’art.22 con la limitazione a una serie di prodotti e l’art.26, fra più controversi, perché tenta di introdurre nel settore Horeca il concetto di riuso in sostituzione del riciclo, proprio questi due concetti fondanti entrano in competizione. Non a caso, il principale emendamento che noi negoziatori abbiamo posto sulla disciplina prevede che laddove un paese membro garantisca determinate performance in termini di riciclo, a quel paese – nei settori specificatamente coinvolti dall’art. 26 – non vengano applicati i target sul riuso che quell’articolo prevede, poichè i goal vengono egualmente perseguiti con le alte performance sul riciclo”.