Questa del 2023 è una campagna olivicola complicata e incerta fino all’ultimo per l’olio extravergine toscano. Le piogge di maggio hanno bloccato l’impollinazione, e sui rami sono cresciute meno olive. La siccità e gli eventi estremi, con numerose grandinate, dei mesi seguenti hanno fatto il resto. A fornire una prima previsione è il Consorzio di tutela dell’Olio extravergine Toscano Igp, che si attende una flessione del -20%/-25% della produzione a fronte di parametri qualitativi molto alti per il più pregiato ed esportato extravergine a denominazione d’Italia.
È una stima migliore rispetto allo scenario europeo e a molti dei principali competitor, come Spagna, Tunisia e Grecia dove la flessione appare molto più marcata e destinata quindi ad avere forti ripercussioni sui prezzi.
“È una stagione tra luci ed ombre. Gli ingredienti per una campagna olivicola molto generosa c’erano tutti – spiega Fabrizio Filippi, Presidente Consorzio tutela dell’Olio extravergine Toscano Igp –. Chi ha potuto irrigare è riuscito a recuperare quote di produzione, per tutti gli altri è stato molto più complicato. Vi sono fasce di territorio che sono cariche, nella zona costiera, e altre meno, come le aree interne. Davanti abbiamo ancora giorni cruciali che ci diranno di più di questa annata olivicola che si sta rilevando tra le più faticose di sempre. L’unica certezza che abbiamo è che sarà un’annata di qualità all’altezza delle aspettative dei consumatori”.
NESSUN FUTURO SENZA RISORSE IDRICHE
La chiave per il futuro e la sopravvivenza dell’olivicoltura toscana è rappresentata dalla disponibilità di acqua per irrigare gli olivi, da raccogliere attraverso invasi o tramite il riutilizzo di acque reflue (o bianche), così come nell’integrazione delle nuove tecniche agronomiche e di agricoltura di precisione. Tra le frontiere da esplorare quelle offerte dall’intelligenza artificiale, che possono accelerare i processi di selezione dei genotipi più adatti ad ambienti e condizioni climatiche diverse come emerso in occasione dell’assemblea annuale del Consorzio di Tutela dell’extravergine Toscano Igp.
“Senza adeguate riserve di acqua il futuro dell’olivicoltura è a rischio. Non solo in Toscana ma in tutto il Paese. Le aziende devono essere messe nelle condizioni di poter stoccare le acque piovane e di impiegarle quando necessario. Bisogna consentire alle aziende agricole di dotarsi di queste infrastrutture”, spiega Filippi.
LA REALTÀ OLIVICOLA PIÙ IMPORTANTE
Secondo i dati raccolti da Ismea, la produzione di olio a indicazione protetta della Toscana è dominata su fronte quantitativo proprio dall’Olio Toscano Igp, che da vari anni rappresenta ormai circa il 95% dell’intera produzione certificata della regione. Seguono, a notevole distanza, le altre quattro Dop regionali. Con ottomila operatori tra produttori e trasformatori, su 23.160 totali a livello nazionale, e sette milioni di piante iscritte, il Consorzio del Toscano Igp è la più importante realtà olivicola consortile.
L’ultimo rapporto Qualivita Ismea ha confermato il suo primato con 28 milioni di valore alla produzione, pari al 30% dell’intero valore degli extravergine certificati italiani, e 41 milioni di valore dell’export, pari al 62% dell’intero valore nazionale con un tasso di crescita del +25,1 per cento.