Il previsto crollo della produzione di olio d’oliva in Liguria ha portato Confagricoltura a invocare “la richiesta dello stato di calamità”. Cambiamenti climatici, mosca olearia e cecidomia (il cosiddetto moscerino dell’olivo, che sta piagando soprattutto la zona dello spezzino) tracciano uno scenario molto complicato per l’annata olivicola 2023 in Liguria. Questo dopo due annate, 2021 e 2022, caratterizzate da livelli produttivi ben al di sotto dell’ottimale.
LE PAROLE DEL CONSORZIO
“Nelle annate eccezionali – spiega al Secolo XIX Carlo Siffredi, Presidente del Consorzio per la Tutela dell’Olio extravergine di oliva Riviera Ligure Dop, “la produzione di olio in Liguria ha raggiunto le 30, anche 40.000 tonnellate. Non abbiamo mai superato, comunque, l’1% della produzione totale su scala nazionale”. Per il 2023 la produzione si potrebbe assestare su livelli del “50 per cento inferiori alle annate normali. Le ultime due annate, il 2021 e 2022, non sono state certo buone a livello a livello quantitativo. Tracciare adesso il quadro di ciò che effettivamente accadrà ne1 2023 mi sembra prematuro: le piante curate, concimate e potate possono raggiungere il 50 per cento della produzione; a mio parere, con olio di qualità”, afferma Siffredi.