Ancit ha eletto il suo nuovo Presidente: Giovanni Battista Valsecchi, Direttore generale Generale Conserve. L’elezione è avvenuta durante l’ultima assemblea dell’associazione, quando sono stati nominati anche i nuovi vicepresidenti: Filippo Amodeo di Nino Castiglione e Giacinto Callipo di Giacinto Callipo Conserve Alimentari.
Tutelare la produzione e promuovere l’immagine delle conserve ittiche, nei rapporti con le Istituzioni sia europee sia nazionali e nei confronti del consumatore, rafforzando la coesione tra le aziende associate sono gli obiettivi dichiarati del nuovo Presidente, che succede a Simone Legnani, in carica dal 2017 ad oggi.
VOLUMI IN FLESSIONE
In occasione della nomina del nuovo Presidente, Ancit ha fatto il punto sullo stato del comparto: dopo un 2022 costellato da diverse difficoltà, anche il 2023 si è rivelato un anno complesso. In particolare, il mercato del tonno sott’olio in confezioni inferiori ai 300 g, nel progressivo a settembre 2023 ha segnato un -5,2% in volume rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, un dato che per effetto dell’inflazione diventa un +8% a valore (fonte: dati Iri Circana al 1.10.2023, iper + super + libero servizio, esclusi i discount e le superfici minori).
L’export, invece, nel primo semestre 2023, ha registrato una quota di 14,5 mila tonnellate (-12,8% vs stesso periodo del 2022) mentre le importazioni si sono attestate a 53,8 mila tonnellate (+3,8%).
“In un anno difficile come il 2023, segnato da uno shock inflazionistico quasi senza precedenti, i mercati hanno perso volumi, soprattutto nella prima parte dell’anno – afferma Valsecchi –. Il dato confortante è che negli ultimi periodi le negatività si stanno mitigando. Possiamo ben sperare in un continuo miglioramento delle performance dell’intero comparto, anche se l’incertezza e la tensione sui costi di produzione e la conseguente inflazione rimangono elevate. Rinnoviamo il nostro impegno affinché la sicurezza alimentare, la qualità, l’eccellenza continuino a essere una garanzia per il consumatore, conservando gli stessi standard elevati che rendono tonno in scatola e conserve ittiche un alimento amato dagli italiani”.
PREOCCUPANO I PREZZI DELLE MATERIE PRIME
Anche se quello delle conserve ittiche non è un settore altamente energivoro, ha comunque risentito dei continui rialzi dei prezzi energetici dell’ultimo anno, oltre che dei rincari delle materie prime: dal pesce, fino all’olio e ai materiali di imballaggio. Pure nel 2023, poi, si prospetta una campagna dell’olio d’oliva in calo e questo determina un ulteriore incremento del prezzo che oscilla tra i 7,5 e i 9 euro al chilo (fonte: Ismea – quotazione ottobre 2023).
Per il secondo anno consecutivo, inoltre, si legge nel comunicato di Ancit, i costi di produzione sono aumentati (oltre il 20%) e solo una parte è stata assorbita dalla Gdo con relativa contrattazione, la restante parte è stata assorbita dalle aziende.
SOSTEGNO DALLE ISTITUZIONI
A fronte degli incrementi dei costi, Ancit ha chiesto in diverse occasioni aiuto alle istituzioni per superare l’ingiusta penalizzazione che fino ad oggi ha colpito le industrie che trasformano e commercializzano prodotti ittici in materia di aiuti di ‘stato de minimis’. Ora la disparità di trattamento è sanata e, a partire dal 25 ottobre, anche le industrie che trasformano e commercializzano prodotti della pesca e dell’acquacoltura possono beneficiare degli stessi massimali previsti per le altre imprese.
In questa importante battaglia i conservieri ittici hanno ricevuto il supporto del Masaf, della Rappresentanza italiana a Bruxelles, del Gabinetto Gentiloni e Confindustria. Ancit, adesso, sta lavorando per l’adeguamento del Temporary Framework Ucraina in forma retroattiva.