La Commissione Ambiente dell’Europarlamento ha approvato la proposta di regolamento sulla riduzione dei rifiuti da imballaggio vietando, di fatto, l’utilizzo di confezioni di plastica monouso per frutta e verdura dal peso inferiore a un kg.
La decisione sta facendo discutere il mondo produttivo dell’agroalimentare, a partire dalle aziende della filiera di IV gamma. Il Gruppo IV gamma di Unione Italiana Food, ad esempio, sottolinea come questa proposta “potrebbe avere un impatto fortemente negativo su un settore, che nel 2022 ha registrato in Italia un valore complessivo di 982 milioni di euro e dà lavoro a circa 30.000 persone, raggiungendo regolarmente ben 20 milioni di famiglie italiane”.
Unione Italiana Food ha ripetutamente richiesto, a vari livelli, la modifica della proposta di regolamento. Infatti l’associazione ritiene che “chiedendo alle realtà produttive della IV gamma di rinunciare agli imballaggi monouso dei propri prodotti non si tenga adeguatamente conto delle loro caratteristiche e necessità. L’imballaggio svolge per la IV gamma un ruolo fondamentale, garantendo la sicurezza igienico-sanitaria e la qualità organolettica degli alimenti, preservandone i valori nutrizionali e prolungandone la conservazione e la shelf-life. Inoltre, le confezioni agevolano le operazioni di trasporto garantendo l’integrità dei prodotti, e consentono una corretta comunicazione verso i consumatori. Infine, gli imballaggi contribuiscono a ridurre gli sprechi alimentari e a garantire un significativo risparmio di risorse, mitigando le emissioni di anidride carbonica correlate”.
LE RICHIESTE DI UNIONE ITALIANA FOOD
Pur condividendo lo spirito e l’intento iniziale della proposta, Unione Italiana Food ricorda come, di fatto, “non sia ancora stato ancora individuato un materiale che possa rappresentare una valida alternativa alla plastica per le confezioni di IV gamma, né in termini di garanzia igieniche, né, tanto meno, in termini economici”. La decisione di vietare gli imballaggi monouso in plastica “in modo indiscriminato, senza evidenze scientifiche, avrebbe gravi ripercussioni per tutta la filiera comportando ulteriori costi per il consumatore in una situazione economica già difficile per le famiglie”.
Proprio in considerazione di questi aspetti, l’invito del Gruppo IV gamma di Unione Italia Food è quello di promuovere un confronto allargato ai diversi settori coinvolti nella decisione, per ottenere un cambio di posizione sul regolamento in vista della prossima votazione plenaria dell’Europarlamento prevista per metà novembre.