Il food system impatta sul cambiamento climatico e viceversa. Il classico rapporto causa-effetto è stato il pilastro delle discussioni avvenute in occasione di Cop28, presso l’Agrifood Pavillon che, dopo il lancio durante Cop27 lo scorso anno, è ormai parte integrante dell’annuale conferenza sul clima. Un segnale di come il sistema agroalimentare sia al centro della strategia sul climate change.
IL FONDO LOSS&DAMAGE
In attesa della giornata dedicata all’agricoltura del prossimo 10 dicembre, nella prima settimana di conferenza non sono mancate le discussioni e gli spunti di riflessione sull’agroalimentare, così come le azioni concrete. Un esempio? Il lancio del fondo loss&damage, per riparare ai danni derivanti dal cambiamento climatico, al quale l’Italia ha contribuito con 100 milioni di dollari, e il fondo Alterra, per investire in tecnologie attiva nella lotta al climate change.
IL PATTO
Nella giornata di venerdi 1, più di 130 paesi hanno firmato una dichiarazione per accelerare l’azione sulla trasformazione dell’agricoltura e dei sistemi alimentari, concordando di aumentare l’innovazione e il finanziamento per la salute del suolo e altre misure per combattere il cambiamento climatico.
L’accordo è stato firmato da alcuni dei paesi maggiori produttori alimentari del mondo. Secondo i vertici di Cop28, i firmatari rappresentano il 76% dei gas serra derivanti dagli alimenti e producono il 70% del cibo a livello globale.
POWER TO THE FARMERS
Dati, tecnologia, innovazione, agricoltura, rigenerativa, collaborazione, politiche, strumenti di finanza. Non è mancato praticamente nulla nei panel sul food system andati in scena nei primi sette giorni di Cop28. Detto del rapporto di causa-effetto, l’altro tema portante dell’Agrifood Pavilion è stato il ruolo degli agricoltori, molto spesso relegati ai margini, che devono invece tornare al centro delle strategia.
CON BEECO, L’INNOVAZIONE GREEN PARLA ITALIANO
E la Blue Zone, l’area ad accesso limitato sede delle discussioni e contrattazioni, ha visto anche la presenza dell’Italia grazie a beeco, una tech hub innovativa tutta italiana, che sabato 2 dicembre è stata ospite dell’evento “Technology, AI and Innovation for Transformative Climate Action in Sustainable Agri-food Systems”, organizzato da Queen Mary University of London, Change for Planet, CSDevNet e FHI360.
Un viaggio che esplora nuove soluzioni green, radicate nella scienza, per far fronte alla necessità di garantire cibo sufficiente alla popolazione globale – in crescita vertiginosa –, salvaguardando al contempo risorse ed ecosistemi. L’evento di presentazione ha visto alternarsi sul palco il Ceo beeco, Marco D’Angelo, Antonio Iannone, esperto e docente agrifood-tech italiano, le startup italiane Visioning e Cynomys nonchè Forest Valley, una no profit italiana impegnata nel contrasto dell’emergenza climatica.
Raggiunto a margine dell’evento, D’Angelo ha dichiarato: “Quest’anno alla Cop28 abbiamo assistito a un notevole aumento dell’attenzione verso i sistemi alimentari e il loro impatto sul clima. Il ruolo centrale degli agricoltori, spesso trascurato, è emerso chiaramente. La partecipazione di beeco all’evento ha sottolineato la nostra dedizione a soluzioni innovative nel settore agrifood, unendo scienza e tecnologia per affrontare sfide globali. L’Italia sta mostrando il suo impegno e noi in beeco siamo fieri di essere parte di questa trasformazione”.
Nadia Paleari di Change For Planet, ha aggiunto: “Cop28 aveva annunciato un marcato interesse al tema food, con la conferma, dopo Cop27 di un Food & Agriculture Pavilion. Oltre a quello, una particolare cura è stata dedicata al tema all’interno di tutta l’Expo City, con attenzione a offrire proposte alimentari inclusive. Molti paesi, all’interno dei rispettivi padiglioni, offrivano degustazioni di prodotti tipici se non, addirittura hanno creato ristoranti temporanei. Come Change for Planet abbiamo voluto invitare beeco all’interno dell’evento per dare voce ad una best practice italiana, che portasse un panorama replicabile e scalabile dell’innovazione nel food system. Per noi di Change for Planet la collaborazione trasversale tra istituzioni, società civile e private sector è fondamentale per creare strategie di sviluppo sostenibile concrete e implementabili”.