Dalla Corte di Giustizia Ue è da poco arrivata una decisione a favore dell’utilizzo dei fitofarmaci. Stavolta nell’ambito della causa relativa al caso della cipermetrina, un insetticida della famiglia dei pirenoidi utilizzato in Europa come fumigante per lottare contro i parassiti delle colture e ammesso nel 2006 nel mercato dei prodotti fitosanitari.
Come riporta il Sole 24 Ore, nel 2022 – alla luce di valutazioni dell’Efsa che individuavano una serie di rischi connessi al pesticida a scapito, soprattutto, di organismi acquatici e api mellifere – l’organizzazione non governativa Pan Europe (Pesticide action network Europe) aveva chiesto alla Commissione Europea di rivedere il regolamento che rinnovava l’autorizzazione all’uso del prodotto fino al 31 gennaio 2029. Ma poiché il rinnovo dell’approvazione era stato accompagnato da misure di mitigazione dei rischi, la Commissione ha respinto tale richiesta ottenendo poi l’assenso dal Tribunale dell’Unione Europea.
Pan Europe aveva ipotizzato la violazione, da parte della Commissione, del principio di precauzione e dell’obbligo di garantire un elevato livello di protezione della salute umana e dell’ambiente. Ma le motivazioni non hanno convinto la Corte di Giustizia, secondo cui “sebbene, nell’ambito del procedimento di rinnovo delle sostanze attive la Commissione debba tener conto delle conclusioni scientifiche dell’Efsa, essa non è vincolata dalle osservazioni di quest’ultima”.
Per la Corte, infatti, la Commissione, in quanto gestore dei rischi, dispone di un ampio potere discrezionale; può quindi rinnovare l’approvazione di una sostanza imponendo misure di mitigazione dei rischi, “assicurandosi che esse consentano effettivamente, e non in astratto, di ridurre il rischio individuato ad un livello accettabile”.