Con una nota stampa secca e decisa, Esselunga ha informato i maggiori quotidiani nazionali di una vittoria molto speciale di Bernardo Caprotti, fondatore di Esselunga. Perché questa volta il patron della catena lombarda era in aperta disputa legale con i figli Giuseppe e Violetta, che avevano preso posizione a febbraio 2011 contro la strategia adottata dal padre per consolidare il controllo del gruppo, affermando che sarebbero stati lesi i loro diritti con un’intestazione delle azioni contraria agli accordi e senza contropartita e chiedendo il sequestro del pacchetto di azioni assegnate a loro in nuda proprietà.
“Il collegio arbitrale, costituito da insigni giuristi il collegio arbitrale composto da tre dei maggiori giuristi italiani (Ugo Carnevali presidente, Pietro Trimarchi per Bernardo Caprotti, Natalino Irti per Giuseppe e Violetta, ndr) ha pronunciato il lodo che ha accertato inappellabilmente che Bernardo Caprotti ha esercitato i suoi diritti secondo i patti sottoscritti con i figli – si legge nel comunicato del gruppo –. Bernardo Caprotti è il dominus di Esselunga e della stessa può disporre nel rispetto delle leggi che governano il Paese”.
A un primo pronunciamento del Tribunale di Milano favorevole a Bernardo Caprotti – secondo cui il padre, detenendo di fatto il controllo operativo della società, aveva tutto il diritto di reintestarsi le azioni cedute ai due figli solo a titolo formale e comunque in nuda proprietà – ha fatto seguito appunto questo arbitrato, previsto peraltro dagli accordi tra padre e figli sulla disciplina del controllo del gruppo che risalgono ai primi anni Novanta.
L’ultima nota informativa di Esselunga, quindi, viene a ribadire che Bernardo, nell’assumere la piena titolarità del controllo del gruppo ha agito secondo i patti a suo tempo definiti. E oggi, da dominus del gruppo italiano più performante della gd, può esercitare le proprie prerogative senza limitazione alcuna. Una sottolineatura di tutto rilievo, soprattutto in vista di una possibile cessione dell’azienda, almeno della parte commerciale, a qualche grande gruppo del retail, presumibilmente estero (e in pole position resta la spagnola Mercadona).
In ogni caso, l’arbitrato che ha visto vincitore Caprotti senior è solo una tappa intermedia. Perché i figli Giuseppe e Violetta (nati dal primo matrimonio di Bernardo Caprotti, che dal secondo ha avuto una terza figlia, Marina Sylvia) hanno promosso un’iniziativa legale civile presso il Tribunale di Milano con udienza il 23 ottobre prossimo.
“Giuseppe e Violetta Caprotti – si legge in una nota stampa congiunta diramata ai quotidiani dai due fratelli – dichiarano che il lodo è impugnabile e che è stato pronunciato a maggioranza con una ferma e durissima presa di posizione dell’arbitro professor Natalino Irti, il quale ha evidenziato gravi violazioni processuali nonchè giudizi arbitrali contrari a principi di ordine pubblico. Il lodo ha definito inoltre di compensare parzialmente le spese. Giuseppe e Violetta Caprotti annunciano inoltre che il lodo sarà impugnato per le cause ammesse dalla legge e in ogni caso pende un separato giudizio presso il tribunale di Milano volto a ripristinare la legalità della vicenda”.
Per Esselunga, insomma, quest’estate si preannuncia più calda del solito.
Lodo Esselunga, vince Caprotti senior
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