Assobibe e Mineracqua contro la tassa sui soft drink

Assobibe e Mineracqua contro la tassa sui soft drink

Assobibe e Mineracqua, le associazioni di Federalimentare che rappresentano il settore delle bevande analcoliche, esprimono in un comunicato congiunto incredulità e forte preoccupazione rispetto alla proposta formulata dal ministro della Salute Balduzzi di introdurre un contributo straordinario a carico dei produttori di bevande analcoliche. Tali misure – sostengono le due associazioni – che graverebbero su prodotti già penalizzati da un’aliquota iva tra le più alte in Europa (21% rispetto a una media del 16,5%), determinerebbero gravi ricadute per le imprese del settore, per i cittadini, e per l’intero sistema Paese, determinando, tra l’altro, una contrazione di attività, produzione e livelli occupazionali e una disincentivazione degli investimenti esteri in Italia.
“Siamo innanzitutto spiazzati dalla riproposizione di un’idea – commenta Aurelio Ceresoli, presidente di Assobibe, – che sembrava accantonata da tempo e sulla quale avevano espresso opinioni negative sia Mario Catania, ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali sia Corrado Passera, ministro dello Sviluppo economico, infrastrutture e trasporti. Siamo convinti che la proposta sia ingiustificata da un punto di vista nutrizionale e inefficace rispetto all’obiettivo di incentivare abitudini alimentari corrette”.
L’industria delle bevande, peraltro, si è dedicata da anni a iniziative volte a favorire scelte nutrizionali salutari: “Anche lo scorso dicembre – aggiunge Ettore Fortuna, presidente di Mineracqua – avevamo raggiunto un’intesa con i tecnici del ministro Balduzzi, trovando un accordo che prevede step progressivi fino al 2014 rispetto alla riduzione di grassi, zuccheri e sodio in diversi prodotti, tra cui i soft drink. Ora, a distanza di pochi mesi, vediamo chiudersi la porta di questo dialogo che sembrava già proficuamente avviato”.
Secondo le due associazioni, la tassa sarebbe, inoltre, fortemente discriminatoria. Secondo dati in possesso del ministero della Salute, infatti, le bevande analcoliche hanno solo 40 calorie per 100 grammi, quindi molto meno di molte altre categorie.
Per di più – segnalano le due organizzazioni – i consumi di bevande analcoliche in Italia sono tra i più bassi dei Paesi dell’Unione Europea e sono caratterizzati da un trend stagnante negli ultimi dieci anni. Inoltre, in Italia, le bevande analcoliche comportano un contributo medio di calorie giornaliere non superiore all’1% del totale assunto.
Infine, Assobibe e Mineracqua sottolineano l’inefficacia della misura da un punto di vista fiscale: il gettito derivante dalla tassazione, stimato dal ministero della Salute in 250 milioni di euro, è fuorviante perché considera il minor gettito iva che si avrà dalla contrazione delle vendite, quantificabile in circa 100-130 milioni di euro. A ciò si aggiunge la riduzione dei posti di lavoro diretti e indiretti dell’intera filiera produttiva e commerciale, oltre agli effetti distorsivi sul mercato interno, che andranno ad avvantaggiare le importazioni, prive di un reale valore aggiunto per il sistema economico nazionale.

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