Meat sounding per la carne vegetale: sette italiani su dieci a favore

La survey rivela come i consumatori italiani ritengano che termini come ‘hamburger’ e ‘latte’ siano appropriati per i prodotti plant based
Meat sounding per la carne vegetale: sette italiani su dieci a favore

Un nuovo sondaggio, condotto da YouGov e commissionato dal Good Food Institute Europe (GFI Europe), rivela come la maggioranza dei consumatori italiani consideri appropriati termini come ‘hamburger’ e ‘latte’ per i prodotti a base vegetale, evocando quindi il meat sounding. Il 69% degli intervistati ritiene, infatti, che tali termini siano adeguati per descrivere gli alimenti a base vegetale, mentre il 68% crede che le aziende debbano poterli utilizzare liberamente per le alternative vegetali ai prodotti di origine animale. Solo il 21% ritiene che questi termini dovrebbero essere vietati perché potrebbero confondere il consumatore.

Francesca Gallelli, Consulente per gli affari pubblici Good Food Institute Europe, ha dichiarato: “Il nostro sondaggio è un’ulteriore conferma che il divieto dei termini meat-sounding non introduce alcuna tutela necessaria, anzi è destinato a creare confusione, complicando l’accesso a prodotti che svolgono un ruolo chiave nel diversificare e rendere più sostenibile la nostra alimentazione”.

UN COMPARTO A RISCHIO

Il sondaggio arriva in risposta al divieto emanato nel 2023 dal governo italiano, di utilizzare i termini legati alla carne convenzionale come ‘bistecca’ o ‘salame’ per i prodotti a base di carne vegetale. Una misura che, tra le altre cose, rischia di danneggiare direttamente le aziende italiane del comparto. Inoltre, un provvedimento simile a quello italiano (che vieta il meat sounding) è stato sospeso dal Consiglio di Stato francese, che ne ha messo in dubbio la legittimità nel contesto del diritto dell’Ue e ha riconosciuto il danno che questa misura causerebbe alle aziende francesi del settore.

ITALIA, UN PAESE SEMPRE PIÙ VEGGIE

L’Italia è il terzo mercato europeo per i prodotti a base vegetale con un aumento delle vendite del 21% tra il 2020 e il 2022 e un giro d’affari che supera i 600 milioni di euro.  Il 70% degli intervistati inoltre pensa che il consumo di carne in Italia sia troppo elevato e il 60% pianifica di mangiare meno carne o non mangiarne affatto nei prossimi due anni. Dati che confermano il trend rilevato dal Centro Alimenti e Nutrizione del CREA nel 2023, secondo cui la metà degli italiani ha ridotto il consumo di carne, e dallo studio Smart Protein, che colloca i consumatori italiani ai primi posti in Europa per consumo e accettazione delle proteine vegetali. Lo stesso studio evidenzia un alto livello di fiducia nei prodotti plant based riguardo alla sicurezza alimentare (66%), accuratezza dell’etichettatura (64%) e affidabilità (63%).

I dati utilizzati si basano su un sondaggio online condotto da YouGov Deutschland GmbH, al quale hanno partecipato 1.046 persone in Italia tra il 12 e il 15 aprile 2024. I risultati sono stati ponderati e sono rappresentativi della popolazione italiana di età superiore ai 18 anni. Tutti i risultati si basano su valori % aggregati di 2 punti della scala (tendenzialmente d’accordo + fortemente d’accordo).

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