Recruiting e gestione della forza lavoro nella filiera alimentare vivono una stagione complessa, caratterizzata da molte luci e altrettante ombre. A dirlo sono i risultati emersi dalla Salary Guide 2024, report annuale redatto da Hays Italia su un campione di 1.348 professionisti, prevalentemente middle e top management, e 828 aziende complessive.
Uno studio a tutto campo, quindi, che ha inteso monitorare i principali trend in atto nel mondo del lavoro nel 2023 e intercettare le aspettative per il 2024. Scattando così una fotografia puntale sia della food industry sia della distribuzione. Due settori continui che, però, numeri alla mano, sembrano restituire fotografie piuttosto diverse.
IL DINAMISMO DELL’INDUSTRIA
Stando all’analisi di Hays, nel 2023 il fronte industriale ha vissuto una fase positiva. “Il mercato del lavoro in questo comparto risulta piuttosto frizzante – spiega Martina Anastasi, Manager Hays Italia –. Ne è la prova il fatto che qui si è registrato un aumento salariale medio dell’8-10% rispetto all’anno precedente. Un trend in linea con le crescite fatte segnare complessivamente dai settori produttivi, che hanno dovuto fare i conti con significativi incrementi delle materie prime, dei costi di trasporto e dei prezzi energetici, e che dunque hanno anche potuto contare su rialzi dei listini e dei fatturati, con riflessi positivi sulle Ral”.
Il punto è però che queste progressioni non hanno tenuto il passo con la spinta dell’inflazione al consumo sostenuta dalle famiglie. Quello delle compensation non è, tuttavia, l’unico fronte da mettere sotto la lente. La leva retributiva, infatti, non è oggi più la sola a guidare nell’attrarre talenti e nel mantenerli. In gioco entrano altri fattori, che, dicono gli esperti di Hays, si fanno sentire anche sulle aziende alimentari.
“Questo comparto – osserva Anastasi – si inserisce in un trend generale che vede crescere l’attenzione al work-life balance e valutare con cautela le opportunità professionali che non valorizzino la flessibilità”. Un punto nevralgico che, tuttavia, non tutte le organizzazioni del f&b si dimostrano pronte a cogliere e capitalizzare. “Le realtà che operano nelle aree metropolitane sono certamente più avanti – nota Anastasi –, mentre quelle più periferiche faticano ancora. Basti pensare che qui non di rado si incontrano difficoltà ad accettare che i collaboratori non siano presenti fisicamente sul luogo di lavoro tutti i giorni della settimana”.
PROFESSIONI IN POLE POSITION
Va detto, però, che in questo scenario complessivo, si inseriscono le specifiche dinamiche vissute dalle diverse funzioni. E qui il discorso si fa più articolato e sfaccettato. “Va innanzitutto considerato – prosegue Anastasi – che il 2023 ha segnato un deciso ritorno a investire sulla forza vendita di territorio, in netta controtendenza con gli output dell’ultimo quinquennio. Il 2020 ha, infatti, segnato uno spartiacque: prima della crisi pandemica, le aziende alimentari puntavano in modo diretto e significativo sulle figure che operano sul pdv. Poi, con lo stop imposto dal Covid 19, si è assistito a un quasi fisiologico allentamento del trend, che invece negli ultimi 12 mesi ha ripreso vigore, coinvolgendo tutta l’industry e soprattutto il canale Horeca”.
L’immagine di copertina è opera di Vito Ansaldi