Si avvicina il dato previsionale di produzione di olio di oliva in Italia. Molte imprese del comparto oleario affinano le nuove strategie commerciali del dopo raccolta, alla luce dei cambiamenti che hanno caratterizzato questo mercato nell’ultimo biennio: crisi idrica, scarsità di prodotto, aumento dei prezzi oltre i massimi storici.
In merito alla prossima campagna olivicola 2024/2025, Carapelli Firenze conferma la stima di un aumento del 30% rispetto alla passata stagione a livello di produzione mediterranea. Nella previsione, l’Italia potrebbe raggiungere le 200.000 tonnellate, secondo le prime stime annunciate da Assitol. Un calo produttivo verso la campagna precedente che conferma le ridotte dimensioni dell’olivicoltura italiana, che anche nelle annate migliori non ha comunque mai superato le 350.000 tonnellate (fonte Assitol).
SPAGNA PROTAGONISTA
La differenza la farà la Spagna, primo produttore mondiale, che dopo due anni di raccolte ai minimi storici, prevede una campagna intorno a 1,2 mio tonnellate, confermate anche dalle prime dichiarazioni ufficiali della Junta de Andalucia. Buone, fra gli altri paesi produttori area Ue, anche le aspettative per la produzione di Grecia e Portogallo. Stime condivise con Deoleo, il gruppo multinazionale di cui Carapelli Firenze fa parte, che opera in oltre 70 paesi nel mondo e che negli ultimi anni ha più che triplicato l’acquisto di olio d’oliva extra vergine 100% italiano per tutti i suoi prodotti destinati ai vari mercati.
FARE CULTURA DELL’OLIO D’OLIVA
In questo scenario, dove il calo della domanda è stato importante (-16% vs 2022), Carapelli punta a diffondere la cultura del consumo di olio di oliva. E se perseguire la qualità di prodotto rimane il primo obiettivo, non meno importante sarà investire nella comunicazione, nella formazione, nell’innovazione e sostenibilità, negli accordi di filiera, nella collaborazione tra imprese, nel confronto istituzionale.
Afferma Bruno Seabra, Direttore Generale di Carapelli Firenze:“Abbiamo un impegno costante con tutti gli attori della filiera a partire dagli agricoltori, con i quali abbiamo siglato accordi di sostegno a lungo termine che si sono anche tradotti nell’adozione del nostro protocollo di produzione sostenibile, a garanzia del mantenimento di una relazione che verta alla alta qualità del prodotto, per noi da sempre aspetto centrale della nostra offerta. C’è ancora tanto da fare per divulgare la cultura dell’olio di oliva, ma un nuovo modo di fare informazione potrebbe fare la differenza e riportare a collocare questo alimento in una fascia di prezzo giusta anche per il consumatore”.