Dai burger di legumi alle bevande di mandorla o avena, dagli yogurt fino ai dessert e ai gelati di soia: è un comparto in crescita costante quello dei plant based, i prodotti a base vegetale industriali, ormai non più prerogativa di vegani e vegetariani, ma scelta consapevole per 17,7 milioni di famiglie italiane, il 69% del totale. Lo rivela un’indagine NielsenIQ commissionata dal Gruppo Prodotti a base vegetale di Unione Italiana Food, che indaga le motivazioni e il core target di acquisto di questi alimenti. Secondo l’indagine, una famiglia su due li acquista abitualmente, non in sostituzione ma in alternativa ad alimenti a base di proteine animali, per assicurarsi una dieta varia ed equilibrata.
SONO I SECONDI VEGETALI A VENDERE DI PIÙ
In testa ai consumi ci sono i secondi vegetali, come burger, piatti pronti, affettati, sostituti del formaggio soprattutto spalmabile, che una volta alla settimana entrano nel carrello di 13 milioni di famiglie (il 51 per cento); seguono le bevande a base vegetale acquistate spesso al posto del latte dal 42 per cento delle famiglie 2 o 3 volte a settimana.
Le alternative vegetali allo yogurt piacciono soprattutto alle donne (54 per cento contro il 46 per cento degli uomini) e complessivamente vengono consumate dal 17 per cento delle famiglie più di 1,4 volte a settimana; infine sono 3,4 milioni, cioè il 13 per cento, le famiglie italiane che scelgono come merenda o a fine pasto dessert e gelati vegetali.
Si tratta quindi una chiara tendenza, frutto di una scelta alimentare consapevole, che ha soppiantato negli ultimi anni le mode passeggere e che risponde all’esigenza di ridurre il consumo di proteine animali, assicurandosi nello stesso tempo un buon apporto di nutrienti.
UNA SCELTA DI SALUTE, MA ANCHE DI GUSTO E PRATICITÀ
“Nati per soddisfare le richieste di quei consumatori che soffrono di intolleranze e allergie, o che per scelta o motivi di salute seguono una dieta vegetariana o vegana, gli alimenti plant based hanno conquistato oggi un posto importante sulle nostre tavole – spiega Sonia Malaspina, Presidente UIF-Prodotti a base vegetale –. Chi fa la spesa è sempre più attento e informato, legge le etichette, è consapevole dell’importanza di seguire un regime alimentare sano e variato. Conosce i benefici di una dieta ricca di verdure, frutta, legumi, cereali integrali, frutta secca e semi. Spesso è sensibile ai temi dell’etica e della sostenibilità ambientale e sa che la propria scelta può fare la differenza. Il successo dei prodotti plant based rispecchia questa evoluzione del mercato. Non sostituiscono quelli animali, però vi si affiancano, come abbiamo voluto evidenziare con il claim ‘A tavola c’è posto per tutti’. E in questa nuova tendenza giocano un ruolo importante anche il gusto, che soddisfa tutta la famiglia e la praticità, perché spesso sono veloci da mettere in tavola”.
IL TARGET È DI ETÀ MEDIA E ATTENTO ALLA SOSTENIBILITÀ
Le famiglie che hanno fatto dei plant based un’abitudine, emerge dall’indagine, sono soprattutto del Nord Italia, costituite da persone tra i 25 e i 54 anni; critici e attenti a ciò che mangiano, vivono prevalentemente in nuclei familiari medio-grandi e con figli dagli 11 anni in avanti. Il 56 per cento di questi consumatori quando fa la spesa cerca referenze etiche e che rispettino l’ambiente, mentre per il 53% vale la pena spendere di più per alimenti che abbiano un’impronta ecologica meno impattante. Altre motivazioni che sono alla base della crescita di questo segmento di mercato, visto che la produzione di vegetali richiede un impiego inferiore di risorse naturali, come suolo, acqua ed energia, rispetto ad altre tipologie di alimenti.