Completato il progetto pluriennale che guiderà il Consorzio del Prosciutto di Parma verso la transizione ecologica delle proprie aziende. Avviato nel 2022, il piano – che ha coinvolto il Politecnico di Milano, Enersem e l’ente di certificazione Csqa – si è posto l’obiettivo di definire una politica ambientale per il comparto del Prosciutto di Parma che sia al servizio dei propri produttori, ottimizzandone le prestazioni in fatto di sostenibilità.
Il lavoro ha portato alla realizzazione di un software per il calcolo e la riduzione dell’impronta ambientale. Attraverso questo software i produttori che ne fanno richiesta ricevono indicazioni di miglioramento personalizzate per la riduzione dell’impronta ecologica di prodotto e per il risparmio energetico, oltre ad una relazione sulle proprie prestazioni e al confronto con realtà comparabili.
“L’obiettivo principale è stato quello di supportare le nostre aziende nel loro già consistente impegno verso la transizione ecologica, rafforzando così la tutela dell’ambiente, per il futuro del comparto e per le nuove generazioni. Ciò che constatiamo con profonda soddisfazione è che un numero rilevante di produttori ha già deciso di avvalersi dell’utilizzo del software che abbiamo realizzato con questo progetto, confermando l’etica ambientale del nostro comparto, anche a beneficio della sua competitività sui mercati esteri in relazione a queste importanti tematiche”, commenta Alessandro Utini, Presidente Consorzio del Prosciutto di Parma.
UN SOFTWARE AD HOC PER LE DOP
Al momento hanno aderito al progetto soltanto 20 aziende (su un totale di 130), ma l’obiettivo, dice il Consorzio, è di raddoppiare presto questo numero. Il software è “il primo in assoluto pensato per le Dop e sviluppato ad hoc per il Prosciutto di Parma – ha detto Matteo Zanchi, Direttore generale di Enersem –. Tutte le imprese del comparto hanno ora a disposizione un percorso più semplice per ottenere la certificazione ambientale, grazie a: semplicità e velocità con cui le aziende possono fornire dati e informazioni sulle performance ambientali; unione di calcolo della Pef e proposta di interventi per ridurla; analisi coerenti e confrontabili fra tutti i produttori; una metodologia solida e una serie di modelli rigorosi e precisi”.
LE FASI DEL PROGETTO
La realizzazione del progetto ha previsto fasi distinte. In un primo momento è stato effettuato il calcolo dell’impronta ambientale del comparto del Prosciutto di Parma. Alla luce dei dati elaborati e raccolti in questa prima fase, il Consorzio ha potuto depositare presso il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica le Regole di Categoria di Prodotto (Rcp) valide per tutti i prosciutti crudi Dop, che definiscono un profilo ambientale di riferimento per questa categoria merceologica. Questo passaggio era necessario per richiedere l’attivazione, per il Prosciutto di Parma, dello schema Made Green in Italy, lo schema di certificazione nazionale sull’impronta ambientale di prodotto promosso dal Mase, che nasce per riconoscere, su richiesta volontaria delle aziende, i prodotti Made in Italy di alta qualità ambientale. Nell’ultima fase è stato creato il software.
“La ricerca è il motore per andare a capire come rispondere alle richieste che il mondo moderno ci mette davanti”, ha spiegato Gaia Baiocchi, Vicepresidente Consorzio del Prosciutto di Parma che ha aggiunto: “Dobbiamo essere anche sostenibili ed etici, non solo buoni”.