La campagna di trasformazione del pomodoro da industria 2024 in Italia si è chiusa con una produzione di 5,3 milioni di tonnellate, in leggera riduzione (-2,5%) rispetto al 2023. Non a caso, la campagna da poco terminata è stata anche una delle più lunghe e complicate a memoria, in primo luogo a causa del cambiamento climatico. Sono stati tra i temi affrontati durante l’assemblea pubblica di Anicav, tenutasi il 3 dicembre scorso a Parma in occasione della dodicesima edizione de Il Filo Rosso del Pomodoro, oltre allo squilibrio del prezzo della materia prima rispetto a quello degli altri paesi trasformatori e alla concorrenza sleale di produttori extra europei che non rispettano gli standard italiani di qualità e sostenibilità. A partire da qui, gli attori della filiera hanno stilato una serie di proposte di intervento a tutela e a supporto del comperto.
LE PROPOSTE DI ANICAV PER LA FILIERA DEL POMODORO
Le proposte scaturite dalla discussione tra i partecipanti sono state numerose e puntuali:
- Applicazione in Europa del principio di reciprocità: tutti devono avere e rispettare le stesse regole.
- Estensione a livello europeo della norma, già in vigore in Italia, in base alla quale la passata deve essere ottenuta solo da pomodoro fresco, con obbligo di riportare in etichetta lo Stato e, qualora il ciclo produttivo lo consenta, anche la zona dove il pomodoro è stato coltivato.
- Ricerca di soluzioni per l’efficientamento produttivo puntando sulla ricerca varietale, sull’evoluzione delle tecniche produttive e ripensando l’organizzazione ed il livello dimensionale delle imprese agricole.
- Investimenti sul miglioramento genetico per identificare nuove varietà capaci di garantire produttività, resilienza e sostenibilità ambientale, senza compromettere la qualità.
- Razionalizzazione delle competenze relative al sistema idrico, anche attraverso un intervento sulla legislazione in materia di acqua.
- Ottimizzazione delle infrastrutture idriche a partire dalla costruzione, nell’area emiliana, della diga di Vetto, un’opera attesa da anni per risolvere il problema della siccità nella Val d’Enza tra Parma e Reggio Emilia, per la regimentazione e la laminazione delle acque piovane, per la messa in sicurezza del territorio e soprattutto per rispondere alle esigenze idriche dell’agricoltura e delle industrie.
- Creazione, nel bacino Centro-Sud, di un’opera infrastrutturale di collegamento tra la diga di Occhito, in provincia di Foggia, e quella del Liscione, in provincia di Campobasso. Si tratta di un collegamento di pochi chilometri che porterebbe in Puglia un volume medio annuo stimato in 40-60 milioni di metri cubi d’acqua, che, quando la diga del Liscione è troppo piena, il Molise è costretto a sversare in mare, e che garantirebbe l’acqua necessaria agli agricoltori pugliesi.
IL SETTORE IN NUMERI
L’Italia si conferma il terzo paese trasformatore di pomodoro a livello mondiale, dopo la Cina (che registra un incremento del +31% rispetto al 2023 e del 68% sul 2022) e gli Usa (in calo del 14% sulla scorsa campagna). L’Italia rappresenta l’11,8% della produzione mondiale (pari a 45,8 milioni di tonnellate) e il 47,4% del trasformato europeo, con un fatturato totale che dovrebbe attestarsi sui 5,5 miliardi di euro.
Analizzando i dati di consumo, relativamente al canale retail nel primo semestre 2024 si registra un’inversione di tendenza rispetto allo scorso anno, con una contrazione delle quote di mercato interno in termini di volume (- 1,2%) mentre il valore rimane pressoché stabile (-0,6%). La flessione maggiore ha riguardato i pomodorini, che hanno fatto registrare un calo sia a volume (-8%) sia a valore (-4,2%). Segni negativi anche per i pelati interi (-3,5% in volume e -3,7% in valore) e la polpa (-3,4% in volume e – 4,2% in valore). La passata, che continua ad essere il prodotto più venduto – rappresenta, infatti, il 62,3% del mercato dei derivati – è cresciuta a valore (+1,6%) mentre rimane stabile a volume (+0,4%). Diverso, invece, l’andamento del foodservice dove, grazie a una sempre maggiore attenzione della ristorazione alla qualità delle materie prime utilizzate, si rileva un trend sostanzialmente crescente.
Alla contenuta riduzione dei consumi interni è corrisposta una crescita delle esportazioni che, nel primo semestre 2024, sono aumentate rispetto allo stesso periodo del 2023 sia a volume (+9%) sia a valore (+8,93).
LA VOCE DEI PLAYER
L’intervista a Francesco Mutti, Ceo Mutti.
L’intervista a Costantino Vaia, Managing director Casalasco.