I dati sul commercio al dettaglio, pubblicati dall’Istat, mostrano un calo delle vendite a luglio 2012 del -3,2% rispetto a luglio 2011, con un dato negativo sia per la distribuzione moderna (-2,3%) che per i piccoli dettaglianti (-3,8%).
Diminuiscono anche i discount (-0,1%) e i supermercati (-1,1%) che dall’inizio dell’anno (fatta eccezione per aprile che ha risentito, nel confronto con l’anno precedente, di uno sfasamento del periodo pasquale) non avevano mai registrato valori negativi. Il dato progressivo del periodo gennaio-luglio 2012 registra di conseguenza una variazione negativa pari al -1,7 per cento.
“Il dato di luglio aggrava un quadro già allarmante – commenta Giovanni Cobolli Gigli, presidente di Federdistribuzione, in una nota stampa – se il calo dei consumi alimentari (-2%) è il segnale di una spirale recessiva e di un progressivo impoverimento delle famiglie, per i prodotti non alimentari che segnano il -3,8% assistiamo a un vero crollo: quello di luglio è il dato più basso dal 2009 (fatta eccezione per dicembre 2011) e rappresenta l’indicatore di un intero mondo merceologico che è al tappeto, per i continui rinvii degli acquisti dei consumatori, ormai con risorse sempre più scarse” .
La fase di lunga e profonda sofferenza dei consumi ha portato il calo delle vendite dall’inizio della crisi (2007) a luglio 2012 al -4,7 per cento.
“La diminuzione dei consumi tra 2007 e 2012 – aggiunge Cobolli Gigli – ha riguardato sia i prodotti alimentari (-0,3%) che quelli non alimentari (-6,5%), a testimonianza di come i consumatori siano costretti a rinunce in tutti gli ambiti dei loro acquisti, anche quelli più consolidati come gli alimentari. Il calo dello 0,3% dei prodotti alimentari, epurato dall’inflazione, corrisponde a una diminuzione delle quantità vendute del -11,6%”.
Federdistribuzione, la crisi non risparmia discount e super
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