Tutto è cominciato con il lancio della pasta CuoreMio: prodotta da semola di grano duro e farina di orzo, è particolarmente ricca di fibre solubili (i betaglucani) e, pur mantenendo il gusto e la bontà della pasta tradizionale, aiuta a mantenere normali i livelli di colesterolo nel sangue. Una proposta inedita rivoluzionaria, che non ha lasciato indifferenti i ricercatori della Scuola superiore Sant’Anna di Pisa, i quali hanno stretto un accordo triennale con Pastificio Granoro, l’azienda pugliese produttrice di CuoreMio, che ha deciso di finanziare un prestigioso progetto di ricerca finalizzato a studiare gli effetti della pasta nella prevenzione dell’insufficienza cardiaca dopo infarto. “Pastificio Granoro – spiega Marina Mastromauro, amministratore delegato dell’azienda pugliese – sta da tempo dirigendo i suoi investimenti verso la produzione di alimenti che oltre a essere buoni possano essere funzionali alla salute, oltre alla cultura della prevenzione. Perciò abbiamo accolto con piacere la proposta della Scuola superiore Sant’Anna di Pisa, riconosciuta come una delle eccellenze nel territorio nazionale e non solo, nonchè punto di incontro per la specializzazione di talenti provenienti da tutto il mondo, per condividere un progetto che potrebbe rivoluzionare il ruolo e la funzione della pasta”.
Sei i ricercatori (biologi, medici, istopatologi) guidati da Vincenzo Lionetti impegnati nel progetto di ricerca triennale finalizzato a dimostrare come l’assunzione di pasta arricchita di betaglucani possa essere utile alla prevenzione dell’insufficienza cardiaca dopo infarto acuto del miocardio.
“Le ultime ricerche – spiega Lionetti – condotte anche presso i nostri laboratori, hanno messo in evidenza l’importanza dei fattori esterni nel favorire la capacità di riparo del muscolo cardiaco. Tra questi, l’alimentazione è di primaria importanza. La nostra sfida è duplice: vogliamo garantire la cura di una patologia, a cui oggi si può ovviare in modo limitato, utilizzando un approccio salutistico e non invasivo, favorendo uno stile di vita e un’alimentazione sana. Sappiamo che i principi attivi contenuti nella pasta, infatti, possono favorire l’assimilazione dei farmaci per il riparo del cuore, somministrati ai pazienti colpiti da infarto”. L’indagine biochimica e clinica firmata Granoro e Sant’Anna seguirà i rigidi protocolli internazionali con il fine ultimo di mettere a punto un efficace e non invasivo approccio terapeutico di tipo cardionutraceutico. “Attendiamo con fiducia i risultati delle ricerche dell’equipe del Sant’Anna – conclude Marina Mastromauro – che se confermati potrebbero rivoluzionare il concetto stesso della nostra produzione pastaria. Essere i pionieri di un nuovo modo di concepire il cibo è per noi un motivo di grande orgoglio. Pensare al nostro prodotto principale non solo buono e soddisfacente per i nostri consumatori ma anche fonte di benessere e prevenzione per alcune patologie cardiache, c’invoglia a proseguire con grande convinzione nella nostra missione”.
Granoro, accordo di ricerca con Scuola Superiore Sant’Anna
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