Il 27 novembre scorso la Camera dei deputati ha approvato l’ac. 2519-B, che elimina qualsiasi residua distinzione tra figli legittimi (nati, cioè, all’interno del matrimonio) e figli naturali: pone sullo stesso piano di uguaglianza i diritti dei figli naturali e quelli dei legittimi, affermando così il principio dell’unicità dello stato giuridico dei figli.
Con questo provvedimento il Parlamento s’impegna ad accorciare la distanza che esiste tra il quadro giuridico (eternamente arretrato) e le necessità reali della società civile. Secondo i dati dell’Istat, nell’ultimo anno sono nati 560mila bambini: di questi, 132mila (il 23% ) sono nati fuori del matrimonio. Un bambino su quattro nasce quindi da coppie non sposate. Il doppio di dieci anni fa.
Con questo nuovo provvedimento, tutti i figli sono equiparati. Il decreto legge stabilisce che la parentela è il vincolo tra le persone che discendono da uno stesso capostipite, sia nel caso in cui la filiazione è avvenuta all’interno del matrimonio, sia nel caso in cui è avvenuta al di fuori di esso, sia nel caso in cui il figlio è adottivo. Solo nei casi di adozione di persone maggiori di età non sorge il vincolo di parentela.
I figli acquisiscono nuovi diritti e doveri: hanno il diritto di essere mantenuti, educati, istruiti e assistiti moralmente dai genitori, nel rispetto delle loro capacità, delle loro inclinazioni naturali e delle loro aspirazioni. Hanno diritto di crescere in famiglia e di mantenere rapporti significativi con i parenti. Il figlio che ha compiuto i 12 anni, ha diritto di essere ascoltato in tutte le questioni e le procedure che lo riguardano.
Quali sono i doveri del figlio? Deve rispettare i genitori e deve contribuire, in relazione alle proprie capacità, alle proprie sostanze e al proprio reddito, al mantenimento della famiglia finché convive con essa.
Il Governo entro i prossimi dodici mesi deve emanare i decreti attuativi: in particolare quello che riguarda la disciplina delle successioni e delle donazioni, ai fini dell’eredità.
Le nuove prospettive
Per il sistema bancario si aprono nuovi orizzonti di fronte al complesso delle garanzie e del terzo garante di ipoteca: in particolare per i figli (finora naturali) che avranno necessità della rete familiare di supporto. Si pensi che fino all’approvazione del decreto legge, i figli naturali avevano sì dei genitori, ma non zii e cugini e non risultano neanche fratelli tra di loro seppur nati dagli stessi due genitori.
Per la famiglia degli imprenditori si aprono nuovi panorami. Molti genitori non formalmente sposati e con figli che lavorano nell’impresa di famiglia e partecipano sia alla proprietà che alla gestione, possono ora costituire un patrimonio relazionale, affettivo e legale “eleggibile” in funzione dei parametri di valutazione qualitativi e andamentali richiesti dal sistema bancario (Basilea 2).
L’esame dei dati qualitativi valuta una serie di fattori fra cui la capacità imprenditoriale del titolare e del management (quasi sempre i propri figli), la struttura della proprietà, l’andamento del settore.
Con questo nuovo istituto legale si può dire che in un’impresa di famiglia – dove convivono fratelli, zii, cugini e nipoti “naturali” – d’ora in poi tutti acquisiscono gli stessi diritti, rafforzando di conseguenza la rete del business familiare.
Luis Iurcovich
Esperto di family business
luis@iurcovich.it