Più attenti e risparmiosi, ma ancora fiduciosi. Pù tecnologici, ma sempre legati al proprio network sociale. Più informati, ma tuttora sensibili ai consigli ‘emotivi’ di amici e familiari. Sono i consumatori italiani secondo una survey internazionale condotta da Ibm Institute for Business Value, che in Italia ha preso a campione 2.200 persone, su un totale di oltre 30mila utenti nel mondo. Secondo l’indagine – presentata nel corso di un convegno a Milano moderato da Maria Cristina Alfieri, direttore editoriale del Gruppo Food – benché siano fiduciosi verso il proprio futuro, anche gli italiani, a causa della recessione globale, comprano solo quello di cui hanno strettamente bisogno, possibilmente in saldo e pensandoci bene sopra. Dalla ricerca emerge l’importanza che ha assunto la tecnologia, come elemento pervasivo di ogni momento del processo di acquisto. A tale proposito, l’Italia riflette il trend globale, che vede il forte incremento di persone che si avvalgono di strumenti tecnologici: sono ormai l’85% del totale, suddivisi tra chi usa una sola tecnologia (45%) e chi ne utilizza due o più, i cosiddetti consumatori ‘smarter’ (40%). Tra questi ultimi predominano gli acquirenti di oggettistica per la casa (50%), entertainment (49%) e beni di lusso (49%). Tra i Paesi a economia più solida, l’Italia registra la più alta percentuale di accettazione delle tecnologie mobili (21%), così come cresce tra gli italiani il desiderio di utilizzare la televisione come mezzo di acquisto (19%, rispetto al 24% del dato globale). Qualche sorpresa dalle fasce d’età: contrariamente a quanto si potrebbe pensare, la percentuale di chi usa tecnologia tra i 15 e i 19 anni (42%) è pressocché uguale a quella degli utilizzatori nella fascia 50-59 (41%). Ma ne fa uso anche ben il 37% degli over 60, unico a superare anche la media globale (32%), mentre il resto degli italiani si assesta su un livello sensibilmente più basso di quello complessivo. A proposito del profilo e del processo di acquisto del consumatore “smarter”, la ricerca dell’IBM Institute for Business Value evidenzia il ruolo sempre più importante dei social network, da Facebook e Twitter ai blog e YouTube, come strumenti utilizzati dai consumatori per scambiare opinioni e condividere informazioni. Gli italiani vengono infatti influenzati prevalentemente da famiglia e amici (36%), ma anche dai giudizi di altri consumatori (22%), prima ancora del produttore o del venditore (28%): soprattutto nell’acquisto di beni per la cura personale, per il quale ben il 61% degli italiani si fa influenzare dal proprio network sociale, seguito dall’acquisto di prodotti alimentari e di abbigliamento (60%). La tendenza si ribalta per i beni di lusso e l’elettronica, che vede un sostanziale bilanciamento tra l’influenza del network sociale dei consumatori (53%) e quella di esperti di prodotto, produttori e venditori (47%). Invece che passare da un negozio all’altro, facendo continui acquisti, il consumatore utilizza ora la tecnologia per selezionare i prodotti e per entrare e uscire più volte dal processo di acquisto, come e quando preferisce. Ciò che prima era un processo definito da un inizio e una fine contestuale, diventa ora una serie di momenti che possono durare giorni (o anche settimane): dalla conoscenza e dalla ricerca di un bene fino al suo acquisto e possesso. Perciò Ibm ha sviluppato una serie completa di soluzioni per il settore retail – che spaziano dai sistemi di analisi delle conversazioni online a quelli di ottimizzazione della supply chain, dalle soluzioni per il mobile shopping a quelle di Business Analytics – capaci, inoltre, di assicurare vantaggio competitivo in un mercato in continua evoluzione.
Chi sono i consumatori dell’era digitale
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