Nel 2012, la marca commerciale ha superato i 9,3 miliardi di euro nel mercato del largo consumo confezionato negli iper, super e superette di tutta Italia, con un’offerta complessiva di 49mila codici prodotto complessivi in 396 categorie su 434 (ossia, il 91,2%). Il 99,8% dei clienti delle catene italiane ha comprato almeno un prodotto a pl (dati Gfk 2011). Attualmente sono 1.200 circa i copacker italiani attivi nella produzioni di private label per i retailer nazionali ed esteri, con una forza lavoro impegnata di 35mila addetti circa nelle sole pmi italiane copacker.
Sono i principali dati emersi dal Rapporto 2012 sulla marca privata realizzato da Adem Lab-Università di Parma, presentato lo scorso 17 gennaio a Marca di Bologna da Guido Cristini, coordinatore scientifico dell’Osservatorio sulla marca privata, che in un’intervista esclusiva per foodweb.it a Domenico Apicella analizza i principali risultati dell’Osservatorio, soprattutto in relazione al ruolo dell’innovazione. La quota della marca privata sulle vendite complessive di prodotti del largo consumo confezionato si è attestata a 18,1% (+0,8 punti percentuali rispetto al 2011). Secondo i dati Infoscan Census nell’a.t. novembre 2011, il fatturato della private label è cresciuto del 5,2% con una crescita dell’offerta a scaffale del 3,2% in termini di codici ean. Lo scorso anno, la quota a valore della marca commerciale è aumentata in 281 categorie sulle 396 monitorate, pari al 71 per cento.
Private label, il ruolo dell’innovazione
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