A gennaio 2013, il commercio al dettaglio ha segnato un calo dello 0,5% congiunturale e del 3% tendenziale. Il risultato mensile è generato a una contrazione dello 0,6% degli alimentari e dello 0,4% dei non alimentari; su base tendenziale, invece, il calo è del 2,3% per gli alimentari e del 3,3% per i non alimentari. A gennaio flettono anche le vendite nei discount alimentari, che rispetto agli altri esercizi avevano mostrato vitalità anche in tempi di profonda crisi. L’Istat, infatti, rileva per i discount una diminuzione, anche se lieve, su base annua (-0,2%).
Partendo dai dati di gennaio 2013, l’Istat ha fatto degli adeguamenti agli indici delle vendite al dettaglio, diffusi nella nuova base di riferimento 2010. Un aggiornamento necessario – specifica l’Istat – per tenere conto dei cambiamenti strutturali del commercio al dettaglio: aumenta il peso della gdo dal 38,9% al 44,9 per cento. L’indice destagionalizzato delle vendite al dettaglio (valore corrente che incorpora la dinamica sia delle quantità sia dei prezzi) ha segnato, nella media del trimestre novembre-gennaio 2013, è diminuito dello 0,8% rispetto ai tre mesi precedenti. Le vendite per forma distributiva mostrano, nel confronto con il mese di gennaio 2012, una diminuzione sia per la grande distribuzione (-2,3%) sia per le imprese operanti su piccole superfici (-3,5%).
“Il 2013 comincia con gli stessi pesanti andamenti negativi con i quali si era concluso il 2012 – è il commento di Giovanni Cobolli Gigli, presidente di Federdistribuzione – e le informazioni più aggiornate in nostro possesso indicano che anche per i mesi successivi la dinamica delle vendite non è destinata a cambiare. Le prospettive per il 2013 sono quindi estremamente preoccupanti e temiamo ulteriori impatti negativi sui bilanci delle imprese distributive, già fortemente provate dalla lunghezza della crisi e nel suo insieme con gli indicatori di redditività ridotti a pochi decimali sopra lo zero. In tale contesto occorre in primo luogo urgentemente un governo che ponga, tra l’altro, al centro del proprio programma i temi dell’economia ridando fiato alle imprese e restituendo potere d’acquisto ai consumatori. In questo senso bisogna evitare in tutti i modi un ulteriore aumento dell’iva a luglio, un provvedimento depressivo dei consumi il cui rilancio deve invece essere il perno sul quale fondare la ripresa del Paese, e diventa importante proseguire con il piano di liberalizzazioni dei mercati, introducendo più concorrenza a favore dei consumatori”.
Istat, a gennaio anche i discount a -0,2%
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