“It was with some curiosity that I recently reported to Salumeria Rosi – its new store at Madison Avenue and 73rd Street – to try the latest entry in the competitive Italian prosciutto marketplace: Prosciutto Toscano”. (“Con una certa curiosità recentemente mi sono recato alla Salumeria Rosi – il nuovo locale che si trova tra Madison Avenue e la 73esima Strada – per provare l’ultimissima novità arrivata sul competitivo mercato del prosciutto italiano: il prosciutto toscano”).
A scrivere è Ralph Gardner, nota firma del Wall Street Journal, trend setter newyorchese in questioni di food, arte e cultura, che dà così avvio al racconto della sua esperienza alla Salumeria Rosi Parmacotto Il Ristorante a New York e del suo “primo incontro” con il prosciutto toscano dop, prodotto da Salumificio Piacenti (gruppo Parmacotto).
In apertura di pagina del prestigioso quotidiano, Gardner racconta dettagliatamente le sensazioni provate e il gusto del prosciutto toscano dop: una vera e propria scoperta per il giornalista, che descrive il caratteristico velo di spezie che avvolge ogni fetta, tagliata come si deve dalla mano esperta dello chef Cesare Casella, partner delle Salumeria Rosi Parmacotto di New York (283 in Amsterdam Avenue e 903 in Madison Avenue).
Il prosciutto toscano dop rappresenta una novità per il mercato americano: Parmacotto è la prima azienda italiana ad avere ottenuto, grazie anche al supporto del Consorzio del prosciutto toscano, l’autorizzazione per l’importazione del toscano dop negli Stati Uniti, riconosciuta appunto a Salumificio Piacenti di San Gimignano (Si), controllato al 100% dal gruppo Parmacotto.
Il gruppo prevede di chiudere il 2012 con un fatturato intorno ai 169 milioni di euro.
Nel 2012, il giro d’affari realizzato sui 25 mercati esteri ha toccato il 20% circa del totale, rispetto al 16% del 2011. Negli Stati Uniti la società è presente attraverso Parmacotto Usa, che a sede a Manhattan, e opera su tutto il territorio attraverso una rete di circa 30 distributori.
Parmacotto, il prosciutto toscano dop conquista il WSJ
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