Un 2012 senza ombre per Amadori, che archivia il bilancio dello scorso anno con un fatturato complessivo pari a 1 miliardo e 261 milioni di euro (+4,1% sul 2011), con una quota di mercato che si riconferma intorno al 30% nella categoria delle carni avicole in Italia. Anche il risultato d’esercizio è positivo (pari a 10,2 milioni di euro), nonostante l’aumento (in alcuni casi imprevisti) di costi e servizi nella seconda metà dell’anno del tutto imprevisti. Il numero di persone occupate è cresciuto di 100 unità, fino a raggiungere 7.200 lavoratori.
Di tutto rilievo gli investimenti messi in campo nel 2012, per oltre 40 milioni di euro, finalizzati soprattutto all’ampliamento e al potenziamento della capacità produttiva degli stabilimenti di trasformazione, al miglioramento e standardizzazione della qualità dei prodotti, al settore sicurezza e ambiente e all’aumento della produzione di energia da fonti rinnovabili.
“Il 2012 è stato un anno piuttosto ‘turbolento’ – commenta Flavio Amadori, vicepresidente del gruppo, in una nota ufficiale – con un’impennata dei costi delle materie prime, un calo generale dei consumi di carne, in particolare bovine e suine, ma una sostanziale tenuta del settore avicolo, che ha registrato performance positive soprattutto nel comparto degli elaborati crudi (hamburger e macinati), nei wurstel e negli arrosti. Nel 2012 l’azienda Amadori ha saputo fronteggiare con successo le dinamiche di mercato, ed è stata particolarmente abile nel saper leggere i trend di breve periodo, mantenendo il giusto equilibrio di prezzo/quantità sul mercato. La marca Amadori continua a consolidare i nostri valori di genuinità, naturalità, qualità, che ci pongono sul mercato come veri ‘specialisti di categoria’”.
Amadori, fatturato 2012 a +4,1%
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