Tassi di crescita a due cifre per tutti gli indicatori di performance: una collezione quanto mai invidiabile, di questi tempi, per il gruppo Campari. Nel 2010, infatti l’azienda milanese (oltre 2.200 dipendenti) ha conseguito risultati quanto mai brillanti, grazie al buon andamento dei brand principali (in particolare degli aperitivi) e alla crescita sostenuta nei mercati chiave.
Nel 2010, le vendite del gruppo sono state pari a 1.163,0 milioni di euro (+15,3%, +8,4% crescita organica, +3,8% effetto cambi e +3,1% effetto perimetro: quest’ultimo principalmente dovuto all’acquisizione di Wild Turkey e di Frangelico, Carolans e Irish Mist). Il margine lordo è stato di 666,8 milioni di euro (+16,4%) e pari al 57,3% delle vendite, principalmente grazie al mix favorevole delle vendite, determinato dalla crescita a doppia cifra del segmento spirit.
Le spese per pubblicità e promozioni sono state 203,2 milioni di euro (+18,4%), pari al 17,5% delle vendite.
Il margine di contribuzione – ossia il margine lordo dopo le spese per pubblicità e promozioni – è stato di 463,6 milioni di euro (+15,6%, ma +8,3% crescita organica) e pari al 39,9% delle vendite. L’ebitda prima di proventi e oneri non ricorrenti è stato di 298,6 milioni di euro, in crescita del 12,6% (+8,2% crescita organica) e pari al 25,7% delle vendite, mentre l’ebitda netto è stato di 295,3 milioni di euro (+13,1%).
L’ebit prima di oneri e proventi non ricorrenti è stato di 272,8 milioni di euro, in crescita del 13,8% (+8,8% crescita organica) e pari al 23,5% delle vendite: l’ebit netto è stato di 269,5 milioni di euro (+14,4%).
L’utile prima delle imposte e degli interessi di minoranza è stato di 232,9 milioni di euro (+17,5%, e +13% a cambi costanti). Al 31 dicembre 2010 l’indebitamento finanziario netto è pari a 677 milioni di euro (a fronte di 630,8 milioni al 31 dicembre 2009). Lo scorso anno Campari ha finalizzato acquisizioni per un valore complessivo di 149,6 milioni di euro, che include l’acquisizione di Frangelico, Carolans e Irish Mist da William Grant&Sons, perfezionata il 1° ottobre 2010 per 128,5 milioni di euro.
“Il 2010 – riepiloga Bob Kunze-Concewitz, chief executive officer di Campari – è stato un altro anno di sviluppo significativo e di forte espansione. La crescita a doppia cifra in un difficile contesto di mercato dimostra la forza dei nostri brand e la capacità del gruppo di sfruttare appieno le nostre piattaforme distributive sia nei mercati maturi sia in quelli emergenti. Abbiamo continuato a investire nelle nostre marche, a rafforzare il nostro portafoglio con nuove acquisizioni e a potenziare la nostra capacità distributiva”.
E quali attese ci sono per l’anno in corso?
“Per il 2011 – prosegue Kunze-Concewitz – riteniamo che le condizioni favorevoli in cui opera il gruppo non siano significativamente mutate rispetto alla seconda metà del 2010 e che l’andamento positivo dei consumi delle nostre principali marche possa proseguire. Ci aspettiamo di continuare a generare crescita attraverso un rafforzamento degli investimenti pubblicitari e a un continuo potenziamento della nostra struttura distributiva, come dimostra la recente acquisizione in Russia. Pertanto, guardiamo al 2011 e al medio-lungo termine con cauto, ma ragionevole, ottimismo”.
Gli spirit – ossia il 75,4% del business (erano il 73,3% del 2009) – hanno registrato una variazione delle vendite del +18,5%, determinata da una crescita organica del +9,8%, da un effetto perimetro del +4% e da un impatto positivo dei cambi del +4,7 per cento.
Il brand Campari ha registrato un +8,4% a cambi costanti (+12,3% a cambi effettivi), grazie all’incremento delle vendite in tutti i principali mercati, in particolare in Italia, Germania e Brasile. Le vendite di Skyy sono incrementate del +2,8% a cambi costanti (+8,2% a cambi effettivi), grazie a una leggera crescita nel mercato americano, dove la categoria della vodka è stata peraltro caratterizzata da una forte competitività di prezzo, e a una forte crescita nei principali mercati internazionali. Aperol ha confermato l’andamento molto sostenuto dei consumi (+35,7% a cambi costanti) in Italia e all’estero, con particolare riferimento ai mercati tedesco e austriaco. Le vendite dei brand brasiliani hanno segnato +22% a cambi costanti (+44,7% a cambi effettivi), grazie al successo della nuova politica commerciale. Il 2010 è stato positivo anche per Cabo Wabo (+29,4% a cambi costanti), GlenGrant (+8,8% a cambi costanti), Cynar (+1,2% a cambi costanti) e Ouzo 12 (+0,8% a cambi costanti). Campari Soda, invece, ha chiuso il 2010 in calo del -2 per cento.
Gli wine (15% delle vendite) hanno registrato +13%, con +9,9% del business organico e +1% di perimetro e un impatto positivo dei cambi del +2,1 per cento.
Buone nuove dal brand Cinzano: in particolare, gli spumanti Cinzano hanno incrementato le vendite del +10,5% (+9,9% a cambi costanti), grazie al buon andamento nei mercati principali, Italia e Germania, e alla robusta ripresa del mercato russo. Per il vermouth Cinzano, la crescita è stata del +16,7% (+14,2% a cambi costanti), anche in questo caso grazie al buon andamento nell’importante mercato russo, in aggiunta alla performance positiva nei mercati tedesco, italiano e argentino. Le vendite di Sella & Mosca hanno registrato un +6% rispetto al 2009, principalmente trainata dalle esportazioni, mentre Riccadonna ha segnato una momentanea contrazione, dovuta al passaggio sulla nuova piattaforma distributiva del gruppo nell’importante mercato australiano.
I soft drink (8,5% delle vendite) hanno registrato una variazione del -1,8 per cento. I risultati positivi conseguiti nel quarto trimestre (+3,3%) hanno portato a un parziale recupero delle perdite registrate nei primi nove mesi. In particolare, Crodino ha segnato una leggera contrazione
(–0,9% nel 2010) per la debolezza registrata nel canale bar.
I mercati esteri sono sempre più determinanti: le vendite del 2010 in Italia, pari al 34,2% del totale (38,5% nel 2009), hanno registrato una crescita del +2,4%, determinata dal positivo contributo della crescita organica (+3,3%), in parte compensata da un effetto perimetro negativo (-0,9%). Le vendite nel resto d’Europa (23,8% delle vendite consolidate) hanno segnato +19,5%, grazie alla crescita del business organico del +16,9%, a una variazione di perimetro positiva del +1,7% e a un effetto cambi del +0,9 per cento. In particolare, la crescita è stata trainata dalla Germania (+23,6%), grazie a un positivo andamento di tutto il portafoglio e a uno straordinario sviluppo di Aperol, e dalla Russia (+53,5%).
Le vendite nelle Americhe, pari al 34,8% del totale, hanno registrato complessivamente +24,6%, determinato da una variazione organica del +9,6%, un effetto cambi del +8,7% e un effetto perimetro del +6,3%, quest’ultimo dovuto alle acquisizioni di Wild Turkey prima e dei brand Frangelico, Carolans e Irish Mist successivamente. Il mercato Usa ha registrato una crescita organica del +2,1%, un effetto perimetro positivo del +6,9% e un effetto cambi del +4,8 per cento. In Brasile, le vendite hanno registrato a livello organico una crescita del +23,4 per cento. Alla performance dell’area brasiliana hanno positivamente contribuito anche l’effetto perimetro (+2,6%) e un significativo effetto cambi (+23%).
L’area resto del mondo (che include anche le vendite duty free), pari al 7,2% del totale, ha registrato una variazione complessiva del +31,7%, determinata da una crescita di perimetro del +15,7%, da un effetto cambi del +12,4% e da una crescita organica del +3,6%, grazie a un forte recupero delle vendite nel quarto trimestre (+87,5%), in seguito al passaggio sulla nuova piattaforma distributiva del gruppo nell’importante mercato australiano.
Campari, il 2010 viaggia a due cifre
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