Si spalancano le porte dell’export e del business in Usa anche per la bresaola, a due mesi dall’annuncio della licenza di esportazione negli Stati Uniti anche di salami, pancette, coppe e di altri salumi italiani a breve stagionatura.
Le autorità statunitensi hanno confermato la possibilità per le aziende italiane di esportare bresaola ottenuta a partire da materia prima di origine Usa. Il divieto, in essere dal 2001, era dovuto a problematiche legate alla bse (il morbo della ‘mucca pazza’); il recente riconoscimento da parte dell’Organizzazione mondiale per la sanità animale dell’Italia quale Paese a rischio trascurabile per questa malattia ha senz’altro agevolato la rimozione del bando.
“Si tratta di un altro grande risultato – afferma Lisa Ferrarini, presidente di Assica, in una nota ufficiale – fortemente perseguito dalla nostra associazione e ottenuto grazie alla tenacia e alla collaborazione del Dipartimento della sanità pubblica veterinaria e della sicurezza alimentare del ministero della Salute. La bresaola, un prodotto molto apprezzato per le sue qualità nutrizionali, va ad aggiungersi alla gamma dei salumi già esportabili, contribuendo a dare negli Stati Uniti un quadro completo della autentica salumeria made in Italy. Alla 59° Summer Fancy Food di New York, abbiamo toccato con mano il grande interesse di operatori e consumatori statunitensi verso la nostra salumeria”.
Nel 2012 sono state esportate dall’Italia negli Stati Uniti 5.892 tonnellate di salumi, con una crescita del 21,5% rispetto al 2011.
“Con la recente apertura degli Usa ai salumi a breve stagionatura – conclude Ferrarini – avevamo stimato per il 2014 un incremento dell’export verso gli Usa di 10 milioni; siamo fiduciosi che con quest’ultima notizia e in virtù dell’entusiasmo riscontrato, tali stime possano superare i 12 milioni di euro”.
Bresaola, si apre il mercato americano
© Riproduzione riservata