Dal 1 gennaio 2014 la Lettonia è entrata a far parte dell’Eurozona, diventando il 18° Paese ad aderire alla moneta unica europea. Il passaggio può rappresentare in prospettiva una grande opportunità di sviluppo per l’economia della repubblica baltica – sebbene circa la metà dei lettoni non sia favorevole –, ma non solo. La crescita del 4% del Pil nel 2013, il risanamento dei conti statali e l’aumento del tasso di occupazione, infatti, giocano anche a favore delle opportunità per l’export italiano. E i segnali sono già incoraggianti per quanto riguarda il comparto caseario.
Secondo i dati di Assolatte, la Lettonia ha ricevuto 101 tonnellate di formaggi italiani nei primi 10 mesi del 2013, in crescita del 15% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Sul fronte dei fatturati, il nostro export caseario è avanzato del 25% in un anno, per 720mila euro a ottobre dello scorso anno.
Gli oltre 2,3 milioni di abitanti del Paese baltico evidenziano un consumo annuo pro capite di 82 kg di latte, 13,4 kg di formaggi e 2,4 kg di burro. Oltre il 75% della domanda viene attualmente soddisfatta da prodotti locali, realizzati da una quarantina di aziende con il latte proveniente dalle 164mila vacche da latte allevate nel Paese. L’interesse per i formaggi d’importazione tuttavia è alto, in particolare per quelli italiani, distribuiti soprattutto nei negozi di specialità e nei corner di delikatessen delle catene della grande distribuzione, come Sky e Stockmann.
I best seller sono i formaggi freschi: mozzarella, ricotta e gli altri latticini freschi made in Italy rappresentano il 38% del nostro export caseario in Lettonia. Ma anche i formaggi duri riescono a dire la loro: Grana Padano, Parmigiano Reggiano e altri formaggi duri da grattugia arrivano a vendite per 28 tonnellate annue.
Assolatte sottolinea che è grazie all’impegno delle nostre aziende se l’export dei formaggi italiani in Lettonia è passato tra il 2004 e il 2012 da 6 a 106 tonnellate annue.
Lettonia, è boom di formaggi italiani
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