È una super nicchia che esprime tutto il savoir faire del made in Italy e che quindi sta sviluppando un ottimo potenziale soprattutto all’estero. Dai risultati di una ricerca sul mercato dell’olio biologico presentata dal Premio Biol in un convegno ad Andria emerge che l’andamento delle vendite dell’universo produttivo dell’olivoleicolo biologico, negli ultimi tre anni è in crescita per il 53% delle imprese intervistate, che il 90% di esse adotta una politica commerciale mono-marchio e multicanale, con il tratto distintivo della vendita diretta in azienda, a dimostrazione del loro forte radicamento con il territorio d’origine. Il 30% del prodotto è commercializzato attraverso il dettaglio tradizionale specializzato mentre il commercio elettronico è utilizzato dal 21% delle imprese intervistate: fra queste, la stragrande maggioranza sarebbe felice di utilizzare piattaforme on line per incrementare le vendite tramite strategie di integrazione orizzontale nella filiera. Quasi unanime la visione, come chiave di sviluppo, del connubio tra extravergine bio e turismo nel territorio aziendale. Infine, quanto ai mercati esteri, i principali di riferimento sono il Nord Europa, il Nord America e il Giappone.
Non a caso, il convegno ha offerto anche una panoramica sull’olio e più in generale sul mercato bio in Giappone, in Cina e negli Usa. In Oriente, hanno spiegato due manager di multinazionali asiatiche agrofood, la cinese Chen Xin Yu della Wilmar e il giapponese Toshihisa Suzuki, si registra una continua crescita delle importazioni dall’Europa, e il bio e le sue certificazioni sono avvertiti come sinonimo di sicurezza alimentare, in particolare per i bambini. Olio, insomma, come prodotto salutistico, che porta le famiglie cinesi, ad esempio, ad apprezzare le migliori qualità nutrizionali e organolettiche delle fritture fatte con oli extravergini. Negli Stati Uniti, dove vige ancora una deregulation del settore “il biologico – ha detto il Pablo Voitzuk, consulente tecnico nel settore oleario negli Usa – è una nicchia, ma in crescita. E sotto l’ombrello dei crescenti consensi per la dieta mediterranea, la qualità dei prodotti bio italiani e pugliesi è ormai riconosciuta”.