Il 2013 si è chiuso con un bilancio positivo per Apo Conerpo che ha movimentato sul mercato oltre 900mila tonnellate di prodotti ortofrutticoli freschi, sviluppando un volume d’affari pari a 723 milioni di euro.
“Un risultato senza dubbio importante – sottolinea il presidente del gruppo leader europeo dell’ortofrutta fresca, Davide Vernocchi – anche perché ottenuto in un anno in cui la pesante crisi economica iniziata nel 2008 si è ulteriormente aggravata provocando una nuova contrazione dell’occupazione e, conseguentemente, dei consumi, anche di frutta e verdura. Nel 2013 le famiglie italiane hanno infatti acquistato circa 7,8 milioni di tonnellate di prodotti ortofrutticoli, con una diminuzione del 2,3% rispetto all’anno precedente”.
La domanda e l’offerta di prodotti sono state condizionate anche dall’anomalo andamento climatico, con una primavera (da aprile a giugno 2013) caratterizzata da piogge intense e forti abbassamenti termici con ripetute grandinate ed un’estate (da luglio in avanti) con scarse precipitazioni e temperature molto elevate. Tutto ciò non ha impedito però al Gruppo Apo Conerpo di mantenere stabile a 948.000 tonnellate il conferimento dei soci (+0,11% sul 2012), di cui 376.000 tonnellate di frutta e 572.000 di ortaggi e patate. Nonostante l’insoddisfazione per i risultati ottenuti su alcuni prodotti, come le pere, per le quali le aspettative a inizio campagna erano superiori, il volume d’affari totale è aumentato di oltre 11 milioni di euro rispetto all’anno precedente, raggiungendo i 723 milioni di euro (+1,5% sul 2012).
“Il bilancio nell’insieme positivo registrato nel 2013 – prosegue Vernocchi – è frutto, tra l’altro, delle politiche commerciali vincenti adottate dal Gruppo che, attraverso le società Alegra, Naturitalia e Valfrutta Fresco, ha puntato con decisione sull’export, un canale in grado di garantire una maggiore remunerazione alle produzioni conferite dai soci. Complessivamente, sono state indirizzate all’estero 121.000 tonnellate di ortofrutta fresca per un valore di quasi 114 milioni di euro (+1%). Ue e Svizzera hanno assorbito il 75% dei prodotti esportati, la Russia e gli altri paesi dell’Europa dell’Est il 18%, l’Asia il 4%; completano il quadro le Americhe con il 2% delle esportazioni e l’Africa con l’1%”.
“Per quanto riguarda le altre destinazioni della produzione di Apo Conerpo – dichiara il presidente Davide Vernocchi – presso la Grande Distribuzione Italiana sono state collocate 158.000 tonnellate per un valore di 126 milioni di euro (+9,7%), mentre al mercato tradizionale sono state indirizzate quasi 136.000 tonnellate
di prodotto non confezionato per un valore di 90 milioni (+0,4%). All’industria di trasformazione infine sono state destinate quasi 490.000 tonnellate di ortofrutta per un valore di circa 77 milioni di euro (+0,2%); il plusvalore del trasformato ha raggiunto i 316 milioni di euro.
“Nonostante i risultati raggiunti siano buoni, soprattutto se valutati all’interno del difficile contesto economico generale nel quale sono stati conseguiti, – ricorda il direttore generale, Gabriele Chiesa – Apo Conerpo ha avviato diverse iniziative per cercare di migliorare la valorizzazione del prodotto dei soci, quali il consolidamento patrimoniale, la riduzione dei costi di funzionamento, il supporto anche finanziario alle cooperative socie, l’aumento degli investimenti nella ricerca e innovazione, la ricerca di nuovi mercati, la promozione di aggregazioni e sinergie per creare reti con le altre imprese del settore”.
La destinazione dell’utile 2012 ad aumento gratuito del capitale sociale e alle riserve indivisibili, unitamente al risultato positivo conseguito nell’esercizio 2013, hanno consentito di consolidare ad oltre 26,9 milioni di euro il patrimonio netto della capogruppo Apo Conerpo. Tale rafforzamento è fondamentale per affrontare i nuovi investimenti per lo sviluppo del Gruppo nonché per mantenere i programmi di capitalizzazione delle filiali, delle cooperative socie e delle società collegate. Dopo l’intervento effettuato nel 2012 a supporto delle associate Fruit Modena Group e Italfrutta, colpite dal sisma, nel 2013 Apo Conerpo ha attuato un ulteriore progetto di capitalizzazione per sostenere le cooperative Ortofrutta di Grosseto e Copaca di Albinia, quest’ultima pesantemente colpita dall’alluvione del 2012. Con queste operazioni, gli investimenti strutturali della capogruppo realizzati mediante il supporto finanziario e partecipativo nelle cooperative socie e nelle filiali hanno raggiunto i 22,6 milioni di euro.
“Un altro intervento attuato nel 2013 – sottolineano Vernocchi e Chiesa – è l’ulteriore riduzione delle spese generali, che ha consentito di garantire sia il ristorno ai soci (aumentato del 159% rispetto all’anno precedente), che l’aumento degli investimenti nel settore della ricerca, dell’innovazione e della comunicazione”. Lo sviluppo dell’attività della collegata New Plant nei programmi di miglioramento genetico, di Valfrutta Fresco nella valorizzazione del top di gamma, la partnership con le altre Op socie di Cso nei progetti promozionali sui mercati comunitari (Fruitness, enjoy it!) ed extra comunitari (European flavors), la collaborazione con gli altri soci di Alimos per il progetto “Frutta e verdura: scoprila, gustala, sceglila” e per “Frutta nelle scuole” sono solo alcuni degli esempi degli investimenti realizzati in questi settori, che produrranno benefici duraturi agli associati nei prossimi anni. Sempre in campo promozionale, Apo Conerpo ha anche avviato la programmazione degli eventi che il Gruppo organizzerà nell’ambito di Expo 2015. In questa vetrina, che avrà come focus proprio i temi dell’agroalimentare, sono state pianificate 7 iniziative che coinvolgeranno le filiere più significative della gamma Apo Conerpo, le cooperative socie e le filiali in un’ottica unitaria di valorizzazione delle produzioni dei soci e dei territori.
“Un altro elemento che ha caratterizzato l’ultimo esercizio – dichiarano Vernocchi e Chiesa – è stato l’incremento della penetrazione sui mercati esteri per cercare sbocchi nuovi e più remunerativi per le produzioni dei nostri associati, compito affidato alle filiali Alegra e Naturitalia. Tale azione ha permesso di aumentare dal 25% al 29% il prodotto da mercato fresco destinato all’esportazione e di far salire a 50 il numero di paesi esteri riforniti, traguardo particolarmente importante considerando le limitazioni che ancora persistono in molti stati sotto forma di barriere fitosanitarie. In quest’ottica, dopo un lungo lavoro svolto insieme a Cso ed Assomela, è stato possibile aprire il mercato degli Stati Uniti alle mele e pere italiane. Il 2013 è stato un anno positivo anche per lo sviluppo di nuove collaborazioni, sinergie e reti con le altre imprese del settore. Tramite Naturitalia il Gruppo ha partecipato infatti sia allo sviluppo del consorzio Kiwifruit of Italy – con l’obiettivo di innalzare gli standard qualitativi del prodotto ed approcciare in maniera coordinata con gli altri operatori della regione i mercati emergenti, a partire da quello coreano e del sud est asiatico – sia alla costituzione di Pera Italia, consorzio nato al fine di coordinare lo sviluppo dei mercati di oltremare in particolare per la pera Abate”.
“Sempre nell’ottica di una maggiore collaborazione con le altre realtà della filiera – proseguono Vernocchi e Chiesa – è da evidenziare anche l’attivazione di un contratto di rete denominato “Mondo Bio” che Apo Conerpo ha siglato con La Cesenate Conserve Alimentari, Alce Nero & Mielizia e SAIS per la realizzazione e la commercializzazione di una nuova linea di prodotti biologici comprendente zuppe, minestroni e omogeneizzati. L’anno scorso Apo Conerpo ha inoltre collaborato e partecipato all’attuazione di uno specifico accordo di filiera ideato da Alce Nero & Mielizia, finalizzato al rafforzamento ed al consolidamento della filiera del biologico ed a cui hanno partecipato anche La Cesenate Conserve Alimentari e altre aziende agricole biologiche”.
Le varie attività di ricerca e innovazione, commercializzazione, valorizzazione e promozione delle produzioni ortofrutticole dei soci e gli investimenti ad esse collegate sono stati supportati anche nel corso del 2013 dal Regolamento CE 1234/2007. Apo Conerpo ha infatti perseguito gli obiettivi previsti da tale normativa mediante l’attuazione di uno specifico Programma Operativo e l’investimento di oltre 63 milioni di euro così suddivisi: 6,1 milioni per la pianificazione della produzione e dell’offerta, 16,2 milioni indirizzati al miglioramento della qualità dei prodotti, 5,7 milioni destinati all’incremento del valore commerciale dei prodotti, 17,3 milioni per promuovere la commercializzazione delle produzioni fresche e trasformate, 11,3 milioni per le misure ambientali, 6,2 milioni destinati alla prevenzione e alla gestione delle crisi.
“Per migliorare sempre più la qualità dei nostri prodotti – aggiunge Vernocchi – si è poi ulteriormente aumentata la diffusione dell’assistenza tecnica in campagna e il numero dei controlli lungo l’intera filiera. A tale proposito, 121 tecnici delle cooperative associate hanno controllato ed applicato i Disciplinari di Produzione Integrata in 24.600 ettari di produzione ed hanno fornito assistenza tecnica su quasi 1.000 ettari di produzioni biologiche per una superficie complessiva di 25.600 ettari sui 28.800 investiti dal Gruppo, con una incidenza che ormai ha raggiunto quasi il 90% sul totale. Coadiuvati dai responsabili delle singole cooperative, i tecnici hanno poi controllato tutte le altre fasi della filiera: dal condizionamento al confezionamento fino alla commercializzazione”.
“Dopo i risultati complessivamente soddisfacenti ottenuti nel 2013 ed alla luce del perdurare del contesto economico negativo – concludono Vernocchi e Chiesa – l’attività di Apo Conerpo nel prossimo triennio continuerà a concentrarsi in particolare in queste direzioni: il supporto alla ricerca, innovazione e sperimentazione per migliorare costantemente le produzioni ed aumentare la difesa dalla fitopatie; la valorizzazione delle produzioni dei soci utilizzando la grande notorietà dei marchi anche per l’ortofrutta fresca; l’internazionalizzazione delle vendite cercando di rimuovere i vari ostacoli che in alcuni Paesi impediscono ancora l’ingresso ai prodotti dei nostri soci. I positivi, seppur faticosi, risultati ottenuti negli ultimi tempi con l’apertura ai kiwi italiani registrata alcuni anni fa sul mercato cinese e nel 2012 su quello coreano e la possibilità, dal 2013, di esportare mele e pere italiane sul mercato statunitense costituiscono un ulteriore stimolo per insistere anche in tale attività, necessaria per creare nuove opportunità di sbocco dei prodotti dei nostri soci”.