La crisi dei consumi si fa sentire, e la ripresa tarda ad arrivare. E’ così che AssoDistil, l’associazione italiana degli industriali distillatori, ha disegnato lo scenario del settore, in occasione della consueta assemblea annuale.
La difficile congiuntura nel 2013 ha lasciato un’impronta pesante nel comparto, come testimoniano i dati di mercato di AssoDistil. E’ la produzione di acquavite di vino, in calo del 64%, a soffrire di più, mentre restano stabili l’alcol da cereali e quello da frutta. Unica eccezione la Grappa, acquavite di bandiera, con una produzione in crescita di quasi il 4% rispetto alla media dell’ultimo quinquennio. I consumi domestici, tuttavia, confermano unaprogressiva riduzione: grappa e brandy perdono rispettivamente il 4,2% il 7%. Anche le esportazioni di Grappa, diminuite del 19%, sottolineano l’andamento negativo del mercato. Le vendite all’estero hanno riguardato soprattutto Germania, Svizzera, Austria e Stati Uniti.
Il calo delle vendite a livello nazionale è imputabile principalmente all’aumento delle aliquote di accisa intervenuto tre volte in meno di un anno, mentre sul fronte estero si sono registrate pesanti turbative nel mercato dei brandy e delle acquaviti di vino.
“Siamo nel mezzo di una guerra – ha dichiarato Antonio Emaldi, presidente di AssoDistil – da un lato siamo impegnati a conquistare nuovi spazi di mercato sfruttando i primi accenni di ripresa, dall’altro, sul fronte estero, cerchiamo di difendere i nostri prodotti, in particolare i Brandy invecchiati, dalla concorrenza sleale di quegli Stati UE in cui non sono previsti i controlli stringenti del nostro Paese”. In entrambi i casi, ha osservato il leader dei distillatori“contiamo sul sostegno del ministero delle Politiche Agricole e Alimentari, che finora ha dimostrato di cogliere appieno le nostre istanze, supportate dal diritto”.
Tuttavia, gli imprenditori del settore credono in una possibile ripresa. I dati dell’Osservatorio congiunturale relativo al I° trimestre dell’anno, realizzato dalla società di ricerche Format rileva che il 31,7% dei distillatori intervistati giudica in miglioramento l’andamento dell’economia italiana, mentre il 43% confidano in un’ulteriore crescita per il trimestre successivo (aprile -giugno).
Per i distillatori restano però critici i rapporti con le banche: soltanto il 37% delle aziende si è vista accogliere la richiesta di un fido, a fronte di un 34% ancora in attesa. E’ poi sempre complicato rispettare i propri impegni finanziari, come attesta il 24,3% degli industriali, che ritengono peggiorata la situazione, mentre per quasi la metà degli intervistati nulla è cambiato – in negativo – rispetto alla fine del 2013.
Il panorama del settore, insomma, non prevede un’uscita agevole dalla crisi. “Ci auguriamo – ha concluso il presidente Emaldi– di vedere ben riposto il nostro ottimismo. Abbiamo bisogno di un immediato supporto politico e istituzionale: il mercato, purtroppo, è spietato e non aspetta i tempi della politica e della burocrazia”.