Il trend degli acquisti dei prodotti alimentari nella distribuzione moderna è ancora negativo (-1,4%) e la ragione risiede anche nella costante avanzata di altri canali di vendita come i discount, i punti vendita specializzati e i negozi premium. In questi format, le categorie più performanti sono quelle considerate finora di nicchia nel settore food: tra il 2011 e il 2013 i prodotti biologici, gluten free e i cibi integrali sono aumentati nelle vendite rispettivamente del 16,7%, del 34% e dell’11,8 per cento. Questi sono alcuni dei dati emersi dalla ricerca realizzata da Iri, presentata lo scorso sabato 13 settembre, durante l’open day del Gruppo Pedon, organizzato in occasione della celebrazione del trentesimo anno di attività e che ha visto la presenza di numerosi ospiti tra clienti, partner, istituzioni, fornitori e dipendenti.
“Questi dati dimostrano chiaramente che le abitudini alimentari del consumatore italiano stanno cambiando – sottolinea Roberto Zanoni, direttore generale EcorNaturaSì – il biologico, per esempio, non è più una moda, è diventato un vero e proprio valore etico al quale i consumatori prestano attenzione”. Secondo la ricerca infatti il consumatore è diventato un professionista della spesa: costantemente a caccia di affari e promozioni, fa surfing tra le varie marche disponibili e va alla ricerca di prodotti che gli semplifichino la vita. Per questo motivo non è fedele a un solo punto vendita, ma cambia destinazione in base alle offerte in corso.
“La fedeltà del consumatore è un argomento piuttosto complicato da affrontare – racconta Walter Fortuna, ad Arclinea Arredamenti – gli influencer sono cambiati e oggi dobbiamo fare i conti con la cosiddetta ‘generazione Masterchef’, consumatori formati ed informati che nel prodotto da utilizzare in cucina ricercano la qualità”. Un consumatore su quattro afferma che la grande distribuzione non è il principale luogo in cui fa acquisti alimentari: si sposta da un canale all’altro alla ricerca non solo di risparmio, ma anche di prodotti di qualità e di un assortimento più ampio, compreso i piccoli negozi specializzati – erroneamente considerati dai più un canale in via di estinzione – come il panettiere, il macellaio, il fruttivendolo che, infatti, sembrano non conoscere crisi.
Secondo Zefferino Francesco Monini, presidente di Monini “è l’azienda stessa che deve cambiare il modo di comunicare il prodotto al cliente: è necessario specializzarsi in un unico settore o produzione. L’essere trasversali a scaffale non è più una strategia applicabile. Non solo è importante avere un prodotto di qualità, ma è fondamentale farla conoscere e trasmettere i valori del prodotto al consumatore, facendo cultura alimentare”. La ricerca ha indagato anche sulla propensione all’innovazione da parte dei consumatori. Secondo il sondaggio, la metà dei consumatori italiani ritiene che non ci siano sul mercato abbastanza prodotti novità, e quando si trovano sono poco differenti da quelli già esistenti. Secondo il sondaggio, il 70% dei consumatori è disposto a spendere di più per un prodotto innovativo che soddisfa pienamente le sue esigenze. Tra i fattori che guidano la scelta del cliente, il rapporto qualità-prezzo rimane al primo posto (58% degli intervistati). Seguono l’attenzione all’ambiente (materie prime bio, packaging in plastiche riciclate…) con il 38% e la capacità del prodotto di semplificare la vita (30%).
“L’innovazione è stata fondamentale per il nostro successo – afferma Remo Pedon, ad di Pedon Group – in un settore statico e ‘tradizionale’ come quello dei cereali e legumi,siamo stati in grado di creare un valore aggiunto ai nostri prodotti, creando mix di cereali e legumi a rapida cottura accompagnati da ricette e consigli di preparazione, impiegando energia pulita e packaging sostenibili. Abbiamo arricchito i nostri prodotti di servizio per i nostri clienti”.