I salumi italiani accelerano il passo sui mercati internazionali. Seppur in un contesto di aumento delle barriere non tariffarie in mercati strategici come Usa e Russia, il settore non solo resiste, ma si rafforza: ha un andamento migliore sia rispetto all’alimentare in generale (+2,9%) sia rispetto all’export complessivo del Paese (+1,4%).
“Siamo soddisfatti da questo risultato, che testimonia quanto siano apprezzati i nostri salumi nel mondo. Risultato che è messo in pericolo dal fatto che nel secondo semestre vedremo le gravi conseguenza della guerra delle sanzioni con la Russia (si stimano perdite pari a 100 milioni di euro per i salumi e 60 milioni di euro per le carni fresche), oltre che dal persistere delle barriere commerciali che continuano a limitare l’export verso alcuni importanti mercati come gli Stati Uniti, il Brasile, la Cina, eccetera. Quella dell’abbattimento delle barriere è un obiettivo che Assica non smetterà mai di perseguire. Il superamento di questi limiti, spesso pretestuosi, è anche l’unica via di crescita per l’industria dei salumi” ha affermato Lisa Ferrarini, presidente di Assica.
A fronte di questa performance dell’export, le importazioni hanno mostrato un aumento, evidenziando un +16,9% in quantità per 24.284 ton e un +11,8% in valore per 91,5 mln di euro. Anche in questo caso, tuttavia, il dato appare influenzato da un errore nell’import di prosciutti cotti dal Regno Unito (che aumenta di oltre 3600% in quantità e del 25% in valore, con un prezzo medio al kg pari a un “improbabile” 0,29 €). Al netto del dato inglese la crescita dell’import si attesta all’11% anche in quantità.
Il saldo commerciale del settore ha registrato comunque un incremento dell’8% arrivando a 500 milioni di euro.